Cerca

«Una luce calda nella notte, poi sono guarito dal Coronavirus»

«Una luce calda nella notte, poi sono guarito dal Coronavirus»

Gianni Barone, direttore del Dipartimento di Chirurgia del Fatebenefratelli: avevo febbre, dispnea e tosse ininterrotta

NAPOLI. Il professore Gianni Barone (nella foto), direttore del Dipartimento di Chirurgia dell’ospedale Fatebenefratelli, ha vinto la sua battaglia personale contro il Covid-19. Ma come lui stesso dice, la guarigione non ha una spiegazione scientifica. Aggiungiamo: fino a prova contraria.

Professore, racconti.

«Quella del Covid-19 è stata un’esperienza vissuta inizialmente in modo un po’ rocambolesco. Non si è compresa subito la gravità del problema, le informazioni date dagli esperti erano difformi e non erano chiare le misure preventive da adottare. Si parlava solo di evitare grossi assembramenti e affollamenti negli ambulatori medici. Per quanto riguarda l’attività ospedaliera, in particolare, non era richiesto l’uso tassativo delle mascherine né l’adozione di altri dispositivi di protezione. Questo giustifica perché non sono stato contagiato da un paziente ma da un collega che, rientrato dalle vacanze, domenica 8 marzo ha fatto insieme a me il giro del reparto. Tossiva con una certa insistenza ma nulla faceva pensare che fosse affetto da Covid-19».

Invece...

«Lunedì mattina mi ha telefonato dicendomi che durante la notte gli era venuta la febbre molto alta con dispnea e tosse forte. Gli ho consigliato di fare un tampone. Lo ha fatto al pronto soccorso dell’ospedale Cotugno. Mi ha informato che era risultato positivo al Coronavirus e mi ha detto di avere tempestivamente comunicato il suo stato al Fatebenefratelli perché venissero adottati i provvedimenti del caso».

Lei che cosa ha fatto?

«Non ero ancora uscito e cautelativamente mi sono messo in isolamento volontario a casa. Ho attivato la procedura per sottopormi anche io al tampone. Mi è stato fatto e il risultato è stato negativo. Ma iniziavo ad avvertire un malessere per me inusuale e ho cominciato a preoccuparmi. Verso il 20 marzo mi è salita la febbre. Mi sono messo a letto e due giorni dopo, alla febbre si sono aggiunte tosse persistente e crisi respiratorie».

Da medico cosa ha ipotizzato?

«Di essermi contagiato. Ho allertato la struttura sanitaria competente e mi è stato fatto un secondo tampone che è risultato positivo. Ho chiesto al medico di darmi la terapia domiciliare prevista dal protocollo. L’ho fatta ma senza alcun esito, il 29 marzo ho chiamato il 118 e sono stato portato al pronto soccorso del Cotugno. Dalla Tac è risultato che avevo un polmonite seria, anche se non grave».

È stato ricoverato?

«Sono stato ricoverato e durante la notte la febbre è aumentata ancora con dispnea e tosse ininterrotta. Mi hanno messo l’ossigeno ad alto flusso ma saturavo intorno al 91% e avvertivo “fame d’aria”. Martedì mattina i medici mi hanno informato che la situazione peggiorava e che per evitare di andare in rianimazione mi proponevano la somministrazione della terapia del professore Ascierto. Ho risposto che preferivo attendere ancora un poco. Forse inconsciamente avevo avuto una premonizione».

In che senso?

«Durante la notte mi sono sentito avvolgere da una luce luminosissima e calda. Ho cominciato a sudare fino a bagnare il materasso. Mi sono dovuto cambiare due volte. Ho sentito con chiarezza una voce che mi ha detto:“stanotte guarisci”. La febbre è scesa di botto e la temperatura si è attestata su 36,5°, la tosse si è placata e ho cominciato a respirare regolarmente al punto da togliermi la maschera dell’ossigeno perché non ne avevo bisogno».

Tutto è accaduto improvvisamente...

«Da una situazione di estremo malessere mi sono trovato in uno stato di benessere totale. Erano le tre del mattino. Mi sono alzato perché il letto era tutto bagnato e non volevo dare fastidio al mio vicinio, un giovane farmacista. Quando gli infermieri del turno di mattina mi hanno visto, hanno esclamato: “ma che cosa ha fatto! Aveva un viso cinereo e ora è colorito come se non avesse mai avuto nulla”».

L’hanno visitata?

«Il primario ha trovato tutti i parametri perfettamente nella norma».

Ha spiegato in qualche modo la sua guarigione?

«Mi ha detto che scientificamente non c’era una risposta».

È credente?

«Lo sono sempre stato».

È rimasto ancora in osservazione?

«Ancora per qualche giorno dopodiché sono rientrato a casa dove continuo per prudenza l’isolamento fino a che non si raggiunga la totale negatività dei tamponi».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori