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11 Maggio 2020 - 09:33
Imprenditori arrestati, 18 persone indagate
NAPOLI. Con l'accusa di riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e emissione di fatture per operazioni inesistenti sono finiti in carcere due imprenditori napoletani vicini al clan camorristico Lo Russo, in rapporti d'affari con imprenditori toscani del settore conciario operanti al confine tra le province di Firenze e Pisa. I due arresti sono stati eseguiti all'alba a Napoli dai carabinieri del comando provinciale di Firenze, nell'ambito dell'operazione "Vello d'oro II", che hanno così dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare disposta dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Firenze, Silvia Romeo, su richiesta della Procura distrettuale antimafia del capoluogo toscano.
Il provvedimento è stato emesso a conclusione di articolate indagini dirette dal sostituto procuratore Giuseppina Mione, che hanno permesso di svelare il meccanismo illecito attuato da Ciro Taglialatela (figlio di Bruno Taglialatela, esponente di spicco del clan camorristico Lo Russo di Napoli) e Vincenzo Bocchetti: i due, operando quali referenti delle ditte Brupel e World Pellami con sede a Casavatore, attive nel settore del commercio di pellami, secondo l'accusa avrebbero trasferito e sostituito ingenti somme di denaro di provenienza illecita, attraverso il meccanismo già scoperto con l'indagine 'Vello d'oro', culminata nell'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare a carico di 14 indagati il 19 febbraio 2018.
Complessivamente sono 18 le persone indagate, tra collaboratori di Taglialatela e Bocchetti, titolari di imprese toscane e responsabili di ditte di spedizioni, tutti già destinatari di decreti di perquisizione e contestuale informazione di garanzia eseguiti nell'ottobre 2018 nei confronti di 28 abitazioni e sedi di imprese. I destinatari del provvedimento sono stati localizzati e arrestati nel comune di Napoli, dove risiedono, e poi condotti nel carcere partenopeo.
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