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28 Maggio 2020 - 19:26
NAPOLI. Condizionatori, sedie, banchi, LIM, numerosi libri di testo, materiale di cancelleria, toner per le stampanti, dizionari, cartine geografiche e tutto quanto serve per garantire il diritto allo studio in carcere, sono stati donati dall’Ufficio del Garante dei Detenuti della Regione Campania di concerto con l’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Campania, al Polo Universitario di Secondigliano, promosso dalla Federico II.
Per il Garante dei Detenuti della Campania Samuele Ciambriello l’attività universitaria del Polo riesce a garantire il diritto allo studio in carcere come strumento riabilitativo e culturale in vista del reinserimento nella società: «le numerose risorse che abbiamo donato in questi mesi al Polo Universitario rappresentano un modo concreto per contribuire alla realizzazione per il diritto allo studio dei detenuti che partecipano al piano formativo».
L’Ateneo, così come dai dati forniti dalla delegata della Federico II per il Polo Universitario professoressa Marella Santangelo, ha consentito nell’anno accademico 2018 – 2019 l’iscrizione ai corsi di laurea a numero aperto a circa 50 detenuti iscritti ai corsi di laurea in giurisprudenza (3); sociologia (2); scienze politiche (8); lettere moderne (8); economia e commercio (4); scienze nutraucetiche (16); urbanistica territorio (4). Per l’anno accademico 2019 – 2020 sono iscritto 92 studenti ai corsi di laurea in giurisprudenza, sociologia, scienze politiche, lettere moderne, economia, scienze erboristiche, sviluppo sostenibile e reti territoriali, scienze gastronomiche.
In Italia sono 796 gli studenti universitari in carcere, iscritti in 30 Università. Il 25% studia discipline politico-sociologiche. Oltre al Polo Universitario in Campania gestito dalla Federico II, vi sono altri detenuti studenti universitari iscritti all’Università negli Istituti Penitenziari di Salerno, Carinola, Benevento, Pozzuoli, Poggioreale e Santa Maria Capua Vetere.
«La detenzione non può consentire la soppressione del diritto allo studio, insieme ad altri diritti fondamentali. È una opportunità che deve essere garantita, anche come momento di rieducazione e ri-socialità. Purtroppo, questa possibilità di esercitare il diritto allo studio universitario non è data a tutti coloro che sarebbero nelle condizioni di esercitarlo e avrebbero l’interesse a farlo. Diciamoci la verità, dipende dal carcere nel quale ci si trova, dalla capacità di attivazione presso le amministrazioni e le strutture didattiche universitarie di chi è in contatto con il detenuto interessato, dall’interesse e sensibilità di alcuni docenti. Non essendo questo né un impegno normativamente regolato sul versante delle Università, né un vero e proprio diritto esigibile in maniera incondizionata. Così come mi ha comunicato la Professoressa Santangelo, le attività formative del Polo Universitario a Secondigliano, nonostante l’emergenza coronavirus si sono svolte su piattaforma TEAMS e, insieme, si sta cercando di superare alcune criticità sorte in questi giorni», conclude il garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello.
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