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30 Maggio 2020 - 20:59
«Convocateci dal vivo!». Con questo slogan, in diverse città italiane sono scesi in piazza i lavoratori e lavoratrici dello spettacolo dal vivo che protestano contro la gestione della crisi provocata dal coronavirus. Manifestazioni in piazza Plebiscito a Napoli, a Roma, Milano, Palermo e in un'altra decina di città «per dire con fermezza e determinazione che la Cultura non può essere più secondaria a niente». Il coordinamento nazionale per lo spettacolo dal vivo chiede di essere conovocato dalle istituzioni e «finché non ci sarà un incontro - avverte - noi saremo pronti a mantenere uno stato di agitazione permanete dello spettacolo e della cultura in Italia».
Le richieste principali rivolte alle istituzioni dal coordinamento - che ha annunciato una nuova manifestazione unitaria, con lavoratori di tutta Italia, a Roma per il 13 giugno - sono: «un reddito di continuità che traghetti il comparto culturale fino alla ripresa piena dei singoli settori e ne tuteli e garantisca l'esistenza, salvaguardando i rapporti di lavoro in atto, anche attraverso incontri politici e tecnici, quindi alla presenza di ministeri e Inps» e «un tavolo di confronto tecnico-istituzionale immediato sulla riapertura, fra lavoratrici, lavoratori, sindacati, governo e istituzioni, che abbia come priorità: salute per lavoratori, lavoratrici e pubblico; protocolli di sicurezza; finanziamenti pubblici; strumenti di riforma, sia per la ripartenza in presenza, che per una virtualità sostenibile e democratica».
«Siamo lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della cultura italiana, riuniti in un Coordinamento nazionale di realtà, collettivi e movimenti autonomi indipendenti, che si riconoscono negli art. 4, 9 e 33 della Costituzione Italiana, nella cultura etica del lavoro, nei suoi doveri e nei suoi diritti», sottolinea il coordinamento. «Il 19 maggio - ricordano - abbiamo richiesto un'incontro alle istituzioni (al presidente Conte e ai ministri Franceschini e Catalfo) e la risposta è stata il silenzio. Siamo migliaia di cittadine e cittadini che hanno “fame" di cultura», affermano. Non a caso lo striscione principale della manifestazione romana che campeggia accanto alla Basilica di San Giovanni recita: «La cultura deve avere la stessa evidenza della fame».
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