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03 Giugno 2020 - 10:10
CASTELLAMMARE DI STABIA. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, degli arresti domiciliari e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, emessa su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, dall’ufficio gip. del Tribunale di Napoli. La misura cautelare è stata eseguita nei confronti di 26 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illecita e cessione di sostanza stupefacente, reati tutti aggravati dalle finalità mafiose, per aver agito avvalendosi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al clan D'Alessandro - operante a Castellammare di Stabia - nonché al clan Afeltra-Di Martino operante sui Monti Lattari.
L’odierno provvedimento trae origine da una più ampia ed articolata attività d’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e delegata al Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, che riguarda un ampio spettro temporale compreso tra il 2017 ed il 2018, dove si è dimostrato che il clan D'Alessandro aveva assunto il monopolio del mercato degli stupefacenti sull’intera area stabiese (Castellammare di Stabia, Santa Maria La Carità, Vico Equense) e sulla penisola sorrentina. Inoltre, grazie alla strategica alleanza con il clan Afeltra-Di Martino, tale sistema era stato esteso anche sull’area dei Monti Lattari.
Il meccanismo era stato creato ad hoc e prevedeva una piattaforma unica per la distribuzione della Marijuana sulle diverse piazze di spaccio, sotto la regia di un direttorio composto da elementi di massimo vertice del clan D'Alessandro, che fissava il prezzo minimo di vendita dello stupefacente, in modo da ricavarne una quota fissa da destinare al mantenimento degli affiliati detenuti ed alle rispettive famiglie.
Per l’acquisto degli stupefacenti, su larga scala, il clan D'Alessandro si era affidato nel corso del periodo d’indagine ad una rete di ‘broker’, deputati a reperire lo stupefacente attraverso nuovi canali di approvvigionamento, che fungevano da intermediari per il clan nell’acquisto del narcotico.
Il canale di approvvigionamento maggiormente utilizzato dagli affiliati del clan è risultato essere quello calabrese, riconducibile alla potente cosca di ‘ndrangheta dei Pesce-Bellocco operanti a Rosarno ed egemoni nella Piana di Gioia Tauro ove da sempre sono considerati leader nel settore della distribuzione di narcotico. Nel corso delle indagini ed a seguito di apposito servizio di osservazione e pedinamento, venivano intercettati due trasporti di marijuana provenienti da Rosarno, a seguito dei quali venivano arrestati i relativi corrieri nonché sequestrati circa 25 chili di marijuana. Nella circostanza la sostanza stupefacente era stata occultata e coperta dalla frutta.
In altre occasioni, quali vettori insospettabili per trasportare lo stupefacente erano state utilizzate alcune donne in stato di gravidanza per eludere i controlli. Anche in questo caso le attività di riscontro consentivano di arrestare una di esse e sequestrare oltre 1 chilo di marijuana.
Nel corso della medesima indagine, venivano effettuati altri sequestri riconducibili all’organizzazione attenzionata, ed in particolare uno nel Comune di Poggiomarino di circa 3,5 chili di marijuana ed uno sull’autostrada Napoli - Bari all’altezza di Avellino di circa 26 chili. di marijuana. La penisola sorrentina era divenuto il luogo di smercio di cocaina, come dimostrano le cessioni cristallizzate nel corso dell’indagine, riservate ad una clientela esigente di imprenditori e professionisti.
Le attività d’indagine consentivano di lumeggiare il vertice decisionale – tra il 2017 ed il 2018 - del clan D'Alessandro, deputato a decidere le strategie comuni, il prezzo dello stupefacente da smerciare, i canali di approvvigionamento, le quote da versare al clan per il sostegno degli affiliati detenuti.
A riscontro delle indagini, venivano eseguiti 6 arresti di spacciatori e corrieri, procedendo al sequestro di sostanza stupefacente per un ammontare complessivo di circa 56 chili di marijuana e 2 grammi di cocaina.
Contestualmente sono state sviluppate attività investigative anche sul profilo patrimoniale dei nuclei familiari riconducibili agli indagati in esito alle quali sono state riscontrate sperequazioni tra i redditi di ciascuno ed i beni o liquidità in possesso. Le risultanze dell’ulteriore attività d’indagine hanno consentito l’emissione da parte del Gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli di un decreto di sequestro preventivo relativamente a beni mobili (10 autoveicoli e 2 motocicli), immobili (13 tra appartamenti e ville residenziali), rapporti finanziari (46 tra conti correnti, libretti di risparmio, depositi di titoli, carte di credito), imprese (4 – una impresa che produce prodotti caseari, un negozio di articoli di pelletteria, una società gestore di servizio per taxi situate a Castellammare di Stabia, un negozio di oggettistica cimiteriale a Rosarno) e quote di società (2 quote di società relative rispettivamente ad un’azienda di Castellammare di Stabia, che si occupa di cibo per asporto, e ad un’impresa edile di Salerno), per un valore complessivo stimato in euro 15 milioni. Per tutte le persone coinvolte nell'indagine vale, ovviamente, la presunzione d'innocenza fino a sentenza definitiva.
GLI ARRESTATI. Custodia in carcere per Antonino Alfano, nato il 01/06/1987 a Gragnano;
Marco Cimmino, nato il 15/10/1987 a Castellammare di Stabia;
Francesco Di Maio, nato l'11/04/1983 a Castellammare di Stabia
Sergio Mosca, nato il 23/05/1958 a Castellammare di Stabia;
Marco Schettino, nato il 28/07/1975 a Castellammare di Stabia;
Vincenzo Schettino, nato l'11/04/1977 a Castellammare di Stabia;
Giovanni Tufano, nato il 06/03/1979 a Castellamare di Stabia;
Ciro Vitale, nato il 22/04/1977 a Castellammare di Stabia;
Francesco Delle Donne, nato il 13/05/1982 a Castellammare di Stabia;
Giuseppe Vuolo, nato il 06/12/1981 a Castellammare di Stabia
Carmine Barba, nato l'11/08/1979 a Castellammare di Stabia
Antonio Longobardi, nato il 31/03/1979 a Castellammare di Stabia;
Nino Spagnuolo, nato il 12/04/1977 a Castellammare di Stabia;
Vincenzo Starita, nato il 30/08/1980 a Pompei.
Ai domiciliari Francesco Ciurleo, nato il 06/11/1984 a Cinquefrondi, in provincia di Reggio Calabria;
Giuseppe Antonio Ferraro, nato il 04/06/1972 a Rosarno,in provincia di Reggio Calabria;
Raffaele Polito, nato il 02.11.1990 a Castellammare di Stabia;
Alfonso Perillo, nato il 27/02/1968 a Castellammare di Stabia;
Roberto Somma, nato il 12/01/1984 a Pompei;
Luigi Staiano, nato l'11.12.1988 a Castellammare di Stabia;
Tommaso Naclerio, nato il 12/05/1970 a Gragnano.
Infine, misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per:
M. A., nato il 22/11/1969 a Castellammare di Stabia;
E. D. M. nato il 12/05/1986 a Castellammare di Stabia;
S. O, nato il 28/07/1989 a Castellammare di Stabia,
M. D. M., nato il 07/06/1981 a Castellammare di Stabia (NA);
N. R. nato il 19/07/1966 a Gragnano.
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