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16 Giugno 2020 - 10:49
NAPOLI. «Andatevene, questa è la nostra piazza: non siete graditi». Ecco la prima frase, tollerata dagli agenti di una Volante al primo passaggio, alla base della serata di follia in piazza Bellini culminata in un assalto a 5 macchine della polizia, danneggiate con calci e pugni, e terminato con 3 arresti e 12 poliziotti contusi in ospedale. Altre offese sono state lanciate pochi minuti dopo, quando gli uomini in divisa sono ritornati in zona, alla richiesta di fornire i documenti: un invito rifiutato da Pietro Spaccaforno, che anzi ha chiesto aiuto a gran voce ad altre persone presenti. Così è scoppiato il caos e in 3 sono stati arrestati per varie accuse mentre per coloro i quali hanno dato manforte ai capi della rivolta sono in corso accertamenti attraverso le immagini delle telecamere della zona. L’indagine quindi, non è conclusa.
Tutto è cominciato quando alcuni componenti di un gruppo di giovani e meno giovani appartenenti al centro sociale “Insurgencia” hanno visto come una provocazione il passaggio ripetuto di una Volante dell’Ufficio prevenzione generale della Questura, al lavoro per i consueti servizi nei giorni canonici della Movida, soprattutto sabato e domenica. Ma i 2 agenti di una Volante, l’altro ieri sera, sono stati visti come “invasori”, diventando il bersaglio di parole ingiuriose pronunciate da un uomo, che le ha ripetute al successivo passaggio della macchina con i colori d’istituto. A quel punto gli agenti hanno deciso fermarsi per identificarlo, ma lui si è rifiutato di esibire un documento d’identità e di dichiarare le proprie generalità. Anzi, sono continuate le offese agli operatori di polizia, urlando per attirare l’attenzione di altre persone presenti che evidentemente riteneva la pensassero allo stesso modo.
Nella ricostruzione ufficiale della questura, che diverge da quella del centro sciale, l’uomo, identificato poi per Pietro Spaccaforno, 39enne originario della zona, uno dei leader del Centro sociale “Insurgencia” e dirigente di una squadra di calcio composta da migranti, è stato raggiunto da un coetaneo e da un giovane, identificati successivamente per Fabiano Langella, di 27 anni, pure del centro storico di Napoli, e Diego Marmora, 40enne di Casoria. Anch’essi si sono resi protagonisti di insulti alle forze dell’arresto e di vari tentativi di ostacolarne l’azione. Ma ormai l’allarme era partito via radio e a piazza Bellini sono sopraggiunte altre pattuglie i cui agenti, dopo vani tentativi di riportare la calma, sono finiti ancora di più nell’occhio del ciclone, accerchiati e minacciati da numerose persone.
I tafferugli sono costati a un funzionario di polizia, il commissario Vincenzo Coletta, e altri 11 operatori di polizia di vario grado, contusioni e traumi sparsi con prognosi tra i 3 ai 17 giorni. Il bilancio della drammatica serata comprende anche 5 Volanti ammaccate. Pietro Spaccaforno, Fabiano Langella e Diego Marmora dovranno rispondere di minacce, lesioni, resistenza e danneggiamento aggravato nonché di oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità. Intanto, non si è svolta l’udienza di convalida per i tre aderenti ai Centri sociali. Il pm Maria Teresa Orlando sta valutando l’ipotesi di svolgimento dell’udienza di convalida, che potrebbe tenersi domani, oppure di un giudizio immediato, ma intanto ha concesso loro il beneficio degli arresti domiciliari. Ieri sera sono stati trasferiti dal carcere di Poggioreale a casa. I fermati sono assistiti dagli avvocati Annalisa Senese e Alfonso Tatarano.
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