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18 Luglio 2020 - 13:33
NAPOLI. Mascherine non a norma, borse contraffatte, magliette e altri oggetti con i marchi dei cartoni animati più amati dai bambini. C'erano migliaia di oggetti e capi di abbigliamento pronti per essere messi sul mercato nelle due "fabbriche del falso" scoperte e sequestrate dalla guardia di finanza di Napoli.
Nella prima operazione, la compagnia di Ottaviano ha scoperto una stamperia abusiva allestita con strutture e macchinari altamente performanti per la produzione ed il confezionamento di capi di abbigliamento contraffatti, tra cui mascherine non a norma. In particolare, i finanzieri hanno sequestrato, all'interno di una stamperia clandestina, più di 600 cliché (le lastre per le stampe), alcuni dei quali riportavano i noti marchi "Emporio Armani EA7", "Levi's", "Chiara Ferragni", "Boy", "Datch", "Boy Dark" e "Chanel", ed oltre 2.500 fra capi semilavorati e prodotti finiti, alcuni dei quali con il marchio "Gucci".
La guardia di finanza ha anche trovato 500 mascherine prive delle autorizzazioni del Ministero della Salute, quindi non garantite per un'efficace protezione, e oltre 3.700 metri di carta che riproducevano i personaggi dei cartoni animati "Pj Mask", "Lol", "Mini Cup Cake Surprise", "Winxs" e "Le Candies" contraffatti. Sequestrati anche 30 chili di sfridi di lavorazione: i due responsabili, un 43enne e un 29enne entrambi di San Giuseppe Vesuviano, sono stati denunciati per contraffazione di marchi e ricettazione, e sanzionati anche per violazioni al Testo Unico sull'Ambiente.
Nel corso della seconda operazione, i finanzieri di Napoli hanno sequestrato, all'interno di un'abitazione, 1.600 borse con falsi marchi "Louis Vuitton", "Fendi" e "Gucci", una macchina da cucire professionale, una punzonatrice, un monta-cerniere e vari strumenti utili alla lavorazione e al confezionamento.
Le Fiamme Gialle hanno poi riscontrato che il laboratorio clandestino si approvvigionava di energia elettrica attraverso un allaccio abusivo alla rete pubblica realizzato mediante il sistema di by-pass, il cosiddetto trucco del magnete, che permetteva di utilizzare l'elettricità senza che ne fosse rilevato il consumo effettivo dai contatori. I responsabili, marito e moglie entrambi 59enni di Napoli, sono stati denunciati per contraffazione, ricettazione e furto di energia elettrica.
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