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21 Luglio 2020 - 18:56
«Mi sono messo nel letto per rilassarmi un po', sentii che i bambini saltavano sul letto, mi è venuto un raptus di follia. Mi si è spento il cervello e li picchiai, ma non ho mai voluto ammazzarli». Così Tony Essobdi Badre, 25 anni, accusato di essere l'assassino per piccolo Giuseppe, il bimbo di sei anni ucciso a bastonate il 27 gennaio 2019 a Cardito, oggi nell'aula 114 del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, dove si celebra il processo. «Fu un raptus di 5 minuti - continua Badre - mi è venuto in cameretta dopo aver visto la struttura del letto rotta, è come se in quel momento mi si fosse spento il cervello…».
Badre è accusato di omicidio volontario del piccolo Giuseppe, del tentato omicidio della sorellina e di maltrattamenti nei confronti di Giuseppe, della sorellina più grande e anche della sorellina più piccola. Sotto processo anche la madre del bambino, Valentina Casa.
Nel corso dell'interrogatorio durato circa due ore, numerose sono state le contestazioni avanzate dal sostituto procuratore presso il tribunale di Napoli Nord Fabio Sozio a Badre in relazione alle sue dichiarazioni, ai contenuti delle intercettazioni e dei messaggi acquisti durante le indagini che lo vedono reo confesso. Molti i «non ricordo» alle domande del pm e degli avvocati di parte civile.
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