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25 Luglio 2020 - 18:14
Gragnano: la sparatoria dopo l’accoltellamento del 17enne partì da una netta decisione di attuare un agguato
GRAGNANO. Il tribunale del Riesame non ha dubbi: dopo la morte di Nicholas Di Martino ci fu un agguato di camorra. Restano in carcere, dunque, i quattro cugini del 17enne di Gragnano, morto dissanguato lo scorso 25 maggio accoltellato da due ragazzi poco più grandi lui.
LA VENDETTA Dopo l’uccisione del 17enne nipote del boss ergastolano Nicola Carfora, i cugini di Nicholas (Antonio e Giovanni Carfora, figli proprio del killer dell’imprenditore Michele Cavaliere) decisero di vendicarsi a colpi di pistola, sparando contro Salvatore Pennino, incensurato, ritenuto legato a Maurizio Apicella (19 anni) e Ciro Di Lauro (21), i due killer che hanno confessato l’omicidio a coltellate del minorenne.
Insieme ai Carfora, hanno ricostruito carabinieri e polizia coordinati dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, erano presenti altre tre persone, una delle quali non ancora identificata. In carcere ci sono, infatti, Giovanni Amendola e Lello Iovine, parenti dei Carfora e accompagnatori dei due, che secondo l’accusa erano entrambi armati di pistola e spararono contro Pennino.
LA DECISIONE ASSUNTA NELL’OSPEDALE La spedizione punitiva, hanno ricostruito gli investigatori, era partita direttamente dall’ospedale San Leonardo, dove i cugini di Nicholas avevano saputo della morte del 17enne e del ferimento dell’altro cugino, il 30enne pregiudicato Carlo Langellotti, sopravvissuto per miracolo alle numerose coltellate subite in via Vittorio Veneto una domenica notte dello scorso maggio.
Pochi giorni fa, il Riesame aveva confermato l’ordinanza anche per Apicella e Di Lauro, che sono in carcere da oltre un mese e mezzo dopo il decreto di fermo della Dda per omicidio.
INDAGINI IN STILE AMERICANO La scorsa settimana, di notte, in via Pasquale Nastro a Gragnano, gli uomini della polizia scientifica di Castellammare di Stabia e della squadra mobile di Napoli avevano effettuato una serie di indagini investigative con l’ausilio di strumenti in stile americano.
Per tutta la serata e una parte della notte, la strada era stata chiusa al traffico veicolare e pedonale, per ricostruire nei minimi dettagli la dinamica della sparatoria che è stata ripresa da una telecamera del sistema di videosorveglianza del Comune di Gragnano.
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