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29 Luglio 2020 - 20:17
AVELLINO. «Ai ragazzi e alle ragazze vorrei dire cose semplici, farmi capire. Quello del lanciafiamme era una metafora, non vi spaventate». Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del suo intervento all'inaugurazione del Polo Giovani di Avellino, tornando sulla minaccia dei «Carabinieri con il lanciafiamme» da lui utilizzata in una diretta Facebook durante il lockdown.
Il lanciafiamme, ha spiegato De Luca, «era una metafora che ho usato quando mi avevano raccontato che nel pieno dell'epidemia c'erano ragazzi che volevano fare feste di laurea a ogni costo, e dopo aver avvertito parecchie persone continuavo a registrare genitori che organizzavano le feste di laurea con 200 ragazzi. Ho detto basta».
Rivolgendosi a monsignor Arturo Aiello, vescovo di Avellino, De Luca ha aggiunto: «Ovviamente abbiamo ruoli diversi, un vescovo deve rincorrere anche l'ultimo, chi ha responsabilità di governo deve garantire l'ordine, non c'è niente da fare. altrimenti tradisce la sua missione e le sue responsabilità. Questo serve anche a salvare la vita di tante persone: a volte prendere decisioni non è facile, si creano problemi, ma o decidi o sei perduto, e con te è perduta la comunità che devi tutelare. Per carità si può sbagliare, si può eccedere, ma bisogna decidere e assumersi la responsabilità a testa alta».
«Abbiamo alle spalle mesi difficili che hanno spinto ognuno di noi a ritrovare i valori umani fondamentali, in cui ogni persona di buon senso e responsabile ha avuto modo di ricalibrare la gerarchia dei valori. Quando ognuno di noi ha avuto paura che perdesse la vita un suo caro abbiamo capito che senza questi valori umani permanenti tutto il resto non conta nulla. Forse si è conclusa troppo presto questa stagione della paura e della responsabilità, ho visto che dopo pochi mesi è ritornato anche nella vita pubblica del nostro Paese uno spirito di scissione, di disgregazione. Peccato» ha continuato il governatore.
«Questa crisi - ha aggiunto De Luca - era un'occasione per ritrovare i valori umani fondamentali, per trovare il senso della coesione nazionale, ma era anche forse un'occasione per cambiare tanti comportamenti che riguardavano molto anche l'area giovanile. Sarebbe stato bello che anche i momenti di incontro giovanile si fossero scaricati degli elementi di tensione, di aggressività, di finzione, e avessero ritrovato il senso della misura. Ma da questo punto di vista sono mancati ancora una volta i padri a fare quello che è dovere per i padri: educare. Il modo peggiore per danneggiare i giovani è rinunciare alla funzione educativa da parte di chi ha responsabilità familiari o di governo».
«Ai ragazzi dico: siate in primo luogo uomini e donne liberi. Io non ho mai fatto uso di droghe non per ragioni di moralismo, ma per un ragione ideale: ho deciso che nella mia vita non voglio rinunciare neanche per un attimo alla mia condizione di uomo libero» ha detto De Luca, ricordando quando «in una scuola durante un incontro con gli studenti delle superiori, parlando della situazione giovanile, mi sono permesso di dire a un ragazzo che io nella mia vita non ho mai fumato uno spinello. Dalla sala arrivò un boato di incredulità. Ho ripetuto che non ho mai fatto uso di droghe anche leggere, ma non per ragioni di moralismo, per una ragione ideale: ho deciso che nella mia vita non voglio rinunciare neanche per un attimo alla mia condizione di uomo libero, e qualunque cosa mi privi anche per un attimo della mia libertà e della mia autonomia di pensiero la rifiuto».
«La morale non c'entra, c'è la mia decisione di essere sempre un uomo libero, padrone della mia coscienza, della mia mente e dei miei atti. Cercate di essere donne e uomini liberi, padroni di voi stessi». Rivolgendosi ai giovani presenti, De Luca ha proseguito: «So che nelle sere si diffondono pillole, pasticche, droghe di vario tipo. Ma pensate veramente che questo significhi vivere la propria gioventù? Pensate davvero che significa essere più moderni? Ce lo ricorda sempre questo grande Papa: la cosa più moderna è l'uomo, la sua umanità, il suo stare nella terra. Esistere, essere a contatto con i problemi, le contraddizioni, le difficoltà: dovete vivere i vostri valori, ma da donne e uomini liberi».
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