Tutte le novità
05 Agosto 2020 - 17:19
NAPOLI. «L’Italia, unita come sempre di fronte a simili circostanze, è in prima linea per ottenere la verità su quello che èaccaduto a Mario. Lo dobbiamo a lui e ai suoi genitori, alla mamma Anna e al papà Giuseppe a cui va il mio abbraccio commosso». Così la viceministra degli Affari esteri e la Cooperazione internazionale, Emanuela Del Re, commentando il ritorno nella natia Napoli della salma del cooperante Mario Paciolla, 33 anni, ucciso nella sua abitazione in Colombia lo scorso 15 luglio. La viceministra ha definito Paciolla «un giovane appassionato, impegnato nel sociale, un attivista, un cooperante, che faceva parte di quel gran numero di giovani che credono fortemente nel sociale. Persone empatiche, solidali, che rendono grande il nostro Paese nel mondo».
Del Re ha poi ribadito, citando il titolare della Farnesina Luigi di Maio, che «siamo tutti impegnati per far luce sulla morte di Mario». Il cooperante si trovava dal 2018 nella località di San Vicente del Caguan, nel dipartimento centromeridionale di Caquetà. Paciolla lavorava con un contratto di collaborazione con le Nazioni Unite e si occupava di un programma di reinserimento sociale per ex-guerriglieri.
E proprio ieri, giorno in cui la salma è atterrata a Napoli dopo la seconda autopsia ese-guita a Roma, Costantini ha pubblicato sei tavole in cui si parla appunto della morte del ragazzo: «No, non è stato un rapimento. Almeno è stato evitato il solito stupido chiacchiericcio sul pagamento di un riscatto da parte del governo italiano. E la classica conclusione che in fondo “se l’è cercata”. No, non è stato un rapimento. E non me la sono cercata».
Questa la prima delle sei tavole che Gianluca Costantini, graphic journalist romagnolo, ha dedicato alla vicenda della morte di Mario Paciolla, il 33enne cooperante Onu napo-letano trovato morto in Co-lombia il 15 luglio scorso im-piccato nel suo appartamento. Proseguendo nella lettura del lavoro di Costantini si trova il riferimento anche alla pista suggerita dalle autorità locali con Mario che spiega che «non è stato nemmeno un suicidio» seppur ammette che la scena era «ben confezionata».
«Era tutto pronto per il ritorno a casa» evidenzia la terza ta-vola in cui si spiega come il 33enne fosse «preoccupato e agitato» per certe sue intuizioni. E da qui l’anticipare il rientro a casa perchè voleva bagnarsi «nelle acque di Napoli» per ripulirsi «da tutto lo sporco che aveva macchiato le ultime settimane». Le tavole sono state pubblicate anche sui social, sulla pagina aperta proprio per Mario, per chiedere giustizia e verità sulla sua morte.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo