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Il boss in gonnella svela la faida: «Salzano sfidò Nunzia D’Amico»

Il boss in gonnella svela la faida: «Salzano sfidò Nunzia D’Amico»

NAPOLI. Droga, piombo e un odio viscerale innescato dalla reciproca volontà di conquistare il controllo degli affari criminali a Ponticelli. È un filo rosso sangue quello che potrebbe presto collegare l’omicidio del boss in gonnella Nunzia D’Amico “’a passilona” a quello del narcos Flavio Salzano. Un’ipotesi consistente e che emerge tra le righe dall’inedito racconto di quell’atroce stagione di terrore che la neo collaboratrice di giustizia Monica Morino ha appena affidato agli inquirenti della Dda di Napoli. La 37enne, ex capo dello spaccio a Volla insieme al marito Pasquale Matrazzo, anch’egli pentitosi da pochissimi mesi, in una lunga lettera ha attribuito al defunto Salzano, suo ex socio in affari, la paternità di una stesa compiuta pro-prio contro la ras del Conocal: «Mario Noto, che faceva parte del commando, venne anche colpito alla gamba». 

Di Monica Marino, passata dalla parte dello Stato alla fine dello scorso anno, sembrava essersi persa ogni traccia. In questi mesi l’ormai ex narcos ha invece ricostruito per filo e per segno la rete di alleanze che da Volla aveva intrecciato con la camorra di San Gio-vanni a Teduccio, fronte clan Rinaldi, e Ponticelli. Proprio in quest’ultimo quartiere lei e il marito Matarazzo potevano contare sull’apporto di Flavio Salzano, sergente di ferro del clan De Micco assassinato in un agguato la notte del 30 agosto 2016: un delitto ad oggi ancora irrisolto. In una lunga lettera appena depositata la donna ha dunque riferito: «Io, mio marito e Flavio Salzano abbiamo “lavorato” insieme nel 2014.

Lui aveva già la sua attività aperta al Conocal, ci siamo ritrovati insie-me perché lui ebbe una lite con il clan D’Amico, cioè con Nunzia D’Amico, perché Flavio era amico dei “Bodo” (i De Micco, ndr). I “Bodo” volevano infatti appropriarsi del Conocal e Nunzia D’Amico lo allontanò dal Conocal. Fu così che venne a piangere da mio marito». 
Da lì alla nascita di un nuovo cartello di narcos il passo fu assai breve: «Mio marito, essendo di Volla, conosceva le persone del clan Veneruso.

Gli proposi quindi di aprirsi una piazza a Volla insieme a mio marito e da lì è cominciata l’attività di spaccio insieme a Flavio con i suoi clienti». L’ennesima fibrillazione camorristica non si sarebbe però fatta attendere. Salzano aveva infatti ancora molti ne-mici e Napoli Est.

E il conto non si sarebbe fatto attendere: «Ricordo bene - prosegue Morino nella lettera - una data precisa in cui Flavio Salzano, Mimmo Limatola, Fabio Riccardi, Mario Noto di Caravita e altri elementi andarono a fare una stesa al Conocal, dove abitava Nunzia D’Amico, in cui venne colpito alla gamba Mario Noto.

Lo ricordo perché io stavo festeggiando i miei trent’anni al “Liberty” di Volla, era il 7 luglio 2013, e loro mogli parteciparono alla mia festa. Dovevano venire anche loro, cioè Mimmo, Fla-vio, omissis». Un racconto, quello fornito dalla neo collaboratrice di giustizia, che pur essendo ancora frammentario sembra già gettare nuova luce sugli albori della faida culminata con l’omicidio di Nunzia D’Amico, uccisa il 10 ot-tobre 2015, e quello di Salzano, freddato dieci mesi dopo. Una vendetta servita su un piatto freddo ma ancora carico d’odio.

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