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Cuoricini azzurri e palloncini rosa per l’ultimo addio alla dolce Maya

Cuoricini azzurri e palloncini rosa per l’ultimo addio alla dolce Maya

NAPOLI. Mamma Daniela per tutto il tempo del rito funebre è seduta dinanzi alla bara bianca ricoperta di fiori, toccandola di tanto in tanto con la mano e con la fronte: un modo per non interrompere il contatto con una figlia perduta tragicamente e che non tornerà se non nel suo cuore. Ai lati della navata centrale, gli amici, tutti con la maglietta raffiguante il volto della giovane vittima, piangono a dirotto disperati coprendo anche i passi del Vangelo letti in chiesa. All’esterno della chiesa Madonna di Lourdes di Calata Capodichino arriva invece un brusio forte, segno che il numero di persone che aspetta l’uscita del feretro è imponente come poi la lunga sequela di applausi confermerà. L’addio a Maya Gargiulo, la ragazzina di 15 anni morta dopo essere stata investita da un’auto nei pressi di piazza Carlo III nella notte tra venerdì e sabato, è un lungo omaggio ad un’adolescente definita da tutti dolce e dai modi gentili.  Già un’ora prima del funerale, celebrato dal vescovo ausiliare di Napoli, monignor Gennaro Acampa, il quartiere dove la giovane abitava in un condominio di Calata Capodichino a pochi metri da dove avviene l’ultimo saluto, è lì a condividere il dolore. C’è anche Mimmo, il papà di Asia, l’amica che era con Maya al momento dell’impatto con l’auto guidata dal 21enne di Chiaiano E.L. (risultato negativo ai test di alcool e droga e che è stato accertato non era al cellulare al momento dello scontro).

La ragazza è in procinto di subire un’operazione per la riduzione delle fratture al femore e al ba-cino riportate dopo essere stata sbalzata in aria insieme a Maya per decine di metri. A rappresentare le istituzioni il vicepresidente del consiglio comunale Fulvio Frezza, che rimane in disparte. Si vede anche Marialuisa Iavarone, la mamma di Arturo Puoti e presidente dell’associazione Artur. I responsabili della sicurezza della parrocchia hanno il loro ben da farsi per contingentare gli ingressi come impongono le regole anti Covid e di fatti la sensazione è che all’interno ci sia più gente del consentito, che per buona parte non indossa la mascherina durante il funerale. Questo, probabilmente è dovuto a due fattori: all’intenso caldo della giornata e per la necessità di asciugarsi il volto solcato dalle lacrime. Di fianco alla bara di Maya c’è una grossa cornice contenente un’altra foto della ragazza. «Condoglianze da parte della chiesa di Napoli e del cardinale Crescenzio Sepe alla famiglia.

È una tragedia, ma non dobbiamo essere travolti dal dolore nonostante sia difficile trovare le parole giuste. L’insegnamento che se ne può trarre è che appare necessario rispettare le regole del vivere insieme», dice nell’omelia il vescovo ausiliare di Napoli Gennaro Acampa.  Già qualche minuto prima dell’uscita della bara dalla chiesa gli amici di Maya srotolano uno striscione con cuoricini azzurri (l’adolescente era grande tifosa del Napoli) contenente questo pensiero: “È giunta l’ora di salutarsi. Non è facile dirsi addio, ma dobbiamo farlo. Maya vive’’, accompagnato dal volo dei palloncini bianchi e rosa quando il feretro varca la soglia della chiesa preceduto pochi minuti prima dal papà Marco, dalla mamma Daniela, dal fratello Giancarlo e da altri parenti, alcuni dei quali accusano leggeri malori ed escono sorretti a braccio dalla parrocchia. Partito il corteo funebre gli amici e i conoscenti di Maya si recano sul luogo dell’incidente mortale, divenuto un piccolo altarino fatto da peluches, fiori e lettere portando con loro lo striscione con la dedica alla 15enne e la gigantografia di Maya.

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