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12 Agosto 2020 - 17:57
NAPOLI. Dopo l’arresto maturato nel maxi-blitz del febbraio scorso, una nuova tegola rischia di abbattersi sulla testa del presunto nuovo ras di Miano, Salvatore Silvestri. Già condannato per camorra e alcuni gravi fatti di sangue, il 40enne è stato recentemente inquadrato come una delle figure al vertice dell’emergente gruppo Balzano, in pratica i “ribelli” fuoriusciti dalle ceneri del vecchio clan Lo Russo, e per questo motivo pochi giorni fa il ministero della Giustizia ha disposto per lui il regime di detenzione carceraria al 41bis. Il provvedimento non ha però neanche avuto il tempo di ve-nire alla luce ed essere eseguito che subito è scattato il primo colpo di scena. La difesa, rappresentata dall’avvocato Domenico Dello Iacono, ha infatti ottenuto la sospensione dell’applicazione dopo aver messo in luce una lunga serie di perplessità in merito all’effettivo ruolo che Silvestri avrebbe avuto all’interno della cosca: capo e promotore o semplice partecipe? Ad oggi, atti alla mano, il suo “grado gerarchico” non sarebbe ancora chiaro.
Al netto dell’ultima incognita giudiziaria, quello di Salvatore Silvestri resta, nonostante la relativamente giovane età, un profilo criminale di assoluto spessore. Storico affiliato al clan Lo Russo, ha già incassato 16 anni di reclusione per camorra in relazione al-la sua partecipazione al “sistema” dei “Capitoni”; 6 anni per il tentato omicidio di Giovanni Lista; 20 anni per l’assassinio di Patrizio Serrao e altrettanti per quello di Eugenio Santoro e il ferimento di Andrea Parolisi. Insomma, un “curriculum” a prova di dubbio ma del tutto ascrivibile alla sua precedente vita da malavitoso. È infatti in merito a quella più recente, se non attuale, che i nodi vengono al pettine. La difesa di Silvestri ha infatti sostenuto e fin qui dimostrato che allo stato attuale non è ancora chiaro se all’interno del nuovo gruppo Balzano il presunto ras abbia effettivamente avuto i galloni di capo e promotore o sia stato un semplice affiliato. Il ministero della Giustizia, dopo aver pochi giorni fa disposto il trasferimento di Silvestri al carcere duro, ha quindi fatto un immediato mezzo passo indietro disponendo la sospensione dell’esecuzione della misura. Dunque, almento per il momento, niente isolamento per il 40enne Silvestri, che resta comunque detenuto nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, in FriuliVenezia Giulia.
L’inchiesta culminata nel blitz del 7 febbraio scorso aveva portato, vale la pena ricordarlo, all’esecuzione di oltre trenta arresti. Un vero colpo da kappaò per il nuovo gruppo di Miano che si era distaccato dai Nappello insieme ai Cifrone per poi separarsi anche da questi ultimi. Una scissione nella scissione di cui si sono resi protagonisti negli ultimi anni gli affiliati al gruppo Balzano, colpito da una mazzata giudiziaria potentissima: 35 misure cautelari per associazione di tipo mafioso, armi, stupefacenti, estorsione e usura. I tre capi del sodalizio sarebbero stati Matteo Balzano, “Matteuccio”, Gianluca D’Errico e il rampollo Salvatore Scarpellini.
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