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Duca d'Aosta, scuola chiusa da 4 anni e abbandonata tra i rifiuti

Duca d'Aosta, scuola chiusa da 4 anni e abbandonata tra i rifiuti

NAPOLI. Un piccolo gioiellino abbandonato, situato in uno degli anfratti più fitti del centro storico, che le norme sul distanziamento all’interno delle aule imposte dalla pandemia da Covid ha messo oramai fuori gioco per mancanza di spazi. L’ex scuola media Amedeo Umberto Duca d’Aosta con sede in via Flavio Gioia 85, nell’area di Rua Catalana al quartiere Porto, rischia di rimanere inattiva ancora per parecchio tempo e nel frattempo all’esterno l’abbandono di rifiuti e il degrado aumentano in modo esponenziale. Chiusa da circa 3 anni dopo il progressivo calo di iscritti e con sole 3 classi attive frequentate da poche decine di alunni prima delle interruzioni di ogni attività mai più riprese, la struttura scolastica che si slancia su tre piani sarebbe dovuta diventare la succursale del liceo Genovesi dopo essere stata inserita nel piano di dismissione del Comune di Napoli. Ma, recenti approfondimenti e sopralluoghi da parte dalla presidenza della scuola con sede principale in piazza del Gesù – che ha scontato in passato penuria di aule tanto da scatenare le proteste degli alunni - del Comune di Napoli e anche della Città Metropolitana, ente che ha competenza sulle scuole superiori, hanno portato ad un decisivo passo indietro nonostante fosse stato predisposto anche il trasferimento all’Amedeo Umberto Duca d’Aosta delle suppellettili.

L’ASSESSORE PALMIERI: «AULE TROPPO PICCOLE». l motivo principale, facilmente intuibile in questa fase, lo svela al “Roma” l’assessore all’Istruzione Annamaria Palmieri. «Molte delle aule di via Flavio Gioia sono piccole e ciò non consente di garantire il distanziamento per mettere a riparo gli alunni da qualsiasi rischio di contagio da Coronavirus. Gli unici spazi adatti a sono al terzo piano» che per non bastano ad accogliere la platea di studenti del Genovesi che si è ipotizzato potesse frequentare la nuova succursale. «È un vero peccato – aggiunge la Palmieri - perché la struttura è davvero carina. In ogni caso la nostra interlocuzione con la Città Metropolitana continua». Le intenzioni ci sono, ma di risultati volti al riutilizzo non se ne vedono tanto che la stessa titolare all’Istruzione della giunta de Magistris proferisce parole di indubbia sincerità quando ammette: «Al momento non è possibile prevedere cosa ne sarà di questa scuola».

RIFIUTI ABBANDONATI ALL’ESTERNO DELLA SCUOLA. Se il futuro è incerto, il presente della fu Amedeo Umberto Duca d’Aosta è poco edificante. Dinanzi la porta dell’uscita secondaria che dà poi su vico Graziella, il quantitativo di ingombranti abbandonato è impressionante. Pezzi di mobilia in disuso e materassi sono ammassati insieme ad una transenna lasciata lì a seguito di interventi della società Abc. «Spesso dobbiamo chiamare decine di volte l’Asìa prima che giunga una squadra per il prelievo, una pratica che si ripete con ciclicità. Inoltre, durante il lockdown alcuni clochard hanno trovato riparo qui non sapendo dove andare» afferma Adelaide, residente del posto con affaccio proprio sullo scenario da incubo fatto di spazzatura gettata alla carlona. «Vedere la Duca d’Aosta chiusa fa piangere il cuore. Non sentire più il vociare dei ragazzi che entrano ed escono da scuola è davvero straniante» ribadisce Adelaide che poi sottolinea un altro problema non da poco per gli abitanti di Rua Catalana. «La scuola è stata da sempre sede elettorale e da quando è chiusa siamo stati costretti a spostarci in piazza del Gesù per votare, con enormi disagi soprattutto per gli anziani e i disabili». Adirata per il mancato riutilizzo della scuola di via Flavio Gioia è anche Angela Parlato, insegnante elementare consigliera della Municipalità Seconda Municipalità che ingloba anche il quartiere Porto in cui si trova la zona di Rua Catalana. «In tempi di Covid in cui evitare gli affollamenti delle classi è decisivo, è una sconfitta per tutti vedere questa scuola chiusa a marcire. In verità, quando si è capito che la scuola media lì non sarebbe più esistita non hanno neppure tolto la vecchia insegna. Questo fa capire il disinteresse, a discapito degli studenti».

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