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Raid in casa da 100mila euro, fermati padre e due figli

Raid in casa da 100mila euro, fermati padre e due figli

NAPOLI. «Finiscila, altrimenti ti spariamo». Così, secondo l’accusa, si sarebbe rivolto uno dei 3 rapinatori che nel pomeriggio dello scorso 19 agosto hanno portato a termine un grosso colpo nell’abitazione di un uomo in via Posillipo, nel rione Pica. Non solo: un altro avrebbe colpito con pugni e calci il proprietario di casa che li aveva sorpresi ancora con il bottino in mano, composto da gioielli e oggetti di valore per 100mila euro, pronti a fuggire.

Ma i poliziotti della squadra mobile della questura (dirigente Fabbrocini, vice dirigente Olivadese, commissario capo Vissicchio) sulla base della denuncia della vittima, della testimonianza sua e di quella della fidanzata, hanno fatto scattare accertamenti a tempo di record che hanno portano al fermo dei presunti responsabili: Vincenzo Belluno di 43 anni e i figli Mario e Matteo, rispettivamente di 25 e 20 anni, tutti residente nel quartiere Poggioreale.

Vincenzo è il figlio del defunto ras Mario detto “Squaglietta”, legato alla Nco di Raffaele Cutolo. Per i 3 indagati (da ritenere innocenti fino all’eventuale condanna definitiva e difesi dagli avvocati Riccardo Moschetta e Antonio Rizzo) si svolgerà oggi l’udienza di convalida del fermo disposto dal pm Ciro Capasso. Tutti rispondono di concorso in rapina aggravata mentre Vincenzo Belluno e il figlio Mario anche per le lesioni provocate al proprietario dell’appartamento con calci e pugni mentre quest’ultimo coraggiosamente cercava di fermare la loro fuga. L’uomo si era accorto, tra l’altro, che il 25enne aveva in mano la federa di un cuscino, riconosciuta come sua, dentro cui aveva nascosto gli gioielli e gli oggetti preziosi appena rubati.

Erano le 15 e 30 di mercoledì scorso e a rendere ancora più grave l’episodio, c’è la circostanza che il padrone di casa non era in vacanza: si era soltanto allontanato alcune ore prima per uscire con la fidanzata. Proprio quest’ultima il giorno precedente aveva notato 2 uomini in una Fiat 500 parcheggiata, la stessa utilizzata dai rapinatori per fuggire a tutto gas. Per gli investigatori della Mobile stavano compiendo il classico sopralluogo che precede un colpo.

Le indagini sono partite subito e dal numero di targa si è risaliti alla proprietaria della macchina, la moglie di Vincenzo Belluno. La Fiat 500 è stata poi rintracciata nel rione Traiano e gli occupanti, la donna, il marito e Matteo Belluno, sono stati condotti agli uffici della Mobile per ulteriori accertamenti. Più tardi, tornato dall’ospedale per le ferite riportate, il proprietario dell’appartamento, ha riconosciuto in fotografia 2 degli indagati e il cerchio si è chiuso sostanzialmente con le dichiarazioni della fidanzata, perfettamente coincidenti con quelle dell’uomo. La refurtiva invece non è stata trovata.

Nell’appartamento della famiglia, non c’era nulla di sospetto mentre alcuni orologi di valore si trovavano nella casa di Mario Belluno a Soccavo, ma nessuno di essi faceva parte del bottino prelevato nella villetta di via Posillipo.

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