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30 Agosto 2020 - 08:40
NAPOLI. Mancano duecento aule a Napoli affinché sia rispettato il doveroso distanziamento sociale. Il Comune, per questo, è già partito alla ricerca di una soluzione. Ad aver carenza di aule sono le scuole statali, mentre per quelle comunali non ci sono esigenze di spazio.
LA SITUAZIONE DELLE SCUOLE A NAPOLI. L’assessora Annamaria Palmieri ha spiegato durante la riunione della commissione Scuola che «il Ministero ha lanciato il 19 agosto un avviso pubblico, rivolto agli enti locali, per la richiesta di contributi per l’acquisto o l’affitto di immobili o il noleggio di strutture temporanee. Solo dopo aver verificato in apposite conferenze dei servizi il fabbisogno manifestato dalle scuole, l’amministrazione ha aderito all'avviso registrando sull’apposita piattaforma le esigenze manifestate dalle scuole. Sono - ha detto ancora la Palmieri - circa 150 gli spazi richiesti, distinti in spazi da affittare per la didattica, ad esempio sale cinematografiche, e in strutture temporanee. Queste ultime sono strutture modulari concepite come aule scolastiche che possono essere installate in aree urbanisticamente destinate a scuola, quindi esclusivamente in cortili e altri spazi idonei. Dopo la risposta da parte del Ministero - ha concluso Palmieri, saranno emanati due avvisi pubblici: uno rivolto a chi può mettere a disposizione spazi, che devono essere però già idonei alla didattica, e l’altro per l’acquisto o il fitto di strutture modulari temporanee». Nel corso della riunione, inoltre, la Palmieri Palmieri ha informato la commissione sulle iniziative in ambito di edilizia scolastica. In alcune scuole prima di Ferragosto, e nelle restanti dal 17 agosto, sono iniziati i lavori di manutenzione degli edifici, appaltati in 10 lotti, uno per Municipalità, con utilizzo dei primi fondi disponibili. Ulteriori 865mila euro sono stati resi disponibili con il decreto "Rilancio" per l'adeguamento funzionale degli edifici, e potranno presto essere utilizzati.
TRASPORTI: SCOPPIA LA POLEMICA. Intanto a Palazzo San Giacomo hanno preparato anche un piano trasporti con trenta bus, su nove linee, dedicate al trasporti degli studenti. I sindacati, però, non ci stanno. «Bene, ma con quali risorse? Chi pagherà lo scotto di questa bellissima iniziativa? Come si recheranno al lavoro i cittadini della periferia? Il servizio notturno sarà ripristinato? Con l’attuale forza lavoro è del tutto impossibile potenziare le linee scolastiche senza depotenziare le già insufficienti linee ordinarie. Come si dice a Napoli, “si spoglia a Gesù e si veste a Maria”. Certo che ci vuole una bella faccia tosta a parlare di potenziamento dei servizi, percorsi dedicati e, allo stesso tempo, offrire quotidianamente un servizio pessimo alla cittadinanza, con bus affollati oltre il limite consentito dalla carta di circolazione e in violazione delle rigide misure di sicurezza contro la diffusione del covid-19», sottolinea Adolfo Vallini del sindacato Usb. Dal sindacato, però, arriva anche un affondo alla Regione: «Le maggiori responsabilità per il fallimento dei servizi di trasporto in Regione Campania rimane, in tutti i casi, in capo al governatore Vincenzo De Luca che non ha saputo gestire al meglio il processo di integrazione tariffaria e di mobilità interaziendale». Già venerdì, il segretario della Fit Cisl Campania Alfonso Langella era intervenuto polemicamente sulla vicenda: «Fa piacere la scelta di potenziare il servizio dei bus a settembre, ma Anm non ci ha ancora illustrato il progetto. Con quali mezzi e con quali uomini svolgerà questa attività visto che già ne mancano per attuare l’attuale servizio? Sarebbe indecente trasformare le linee da contratto per la mobilità senza aumentare il servizio. E soprattutto se così fosse verrebbe da chiedere: ma con quali soldi?».
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