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Un agguato sventato poco prima della stesa contro Gennaro Aprea

Un agguato sventato poco prima della stesa contro Gennaro Aprea

NAPOLI. Un agguato sventato dalla polizia appena 24 ore prima, poi la raffica di proiettili contro l’appartamento del ras detenuto Gennaro Aprea “’o nonno” (di cui abbiamo scritto sul giornale di ieri). Qualcosa di grosso si sta muovendo a Ponticelli, dove un gruppo riconducibile ai D’Amico si è formato sotto la guida di un nipote acquisito dei “Fraulella” e dall’altro lato i De Luca Bossa avrebbero subito delle defezioni al loro interno, pur rimanendo ancora forti secondo gli investigatori grazie all’alleanza con i Minichini, gli Aprea di Barra e i Rinaldi di San Giovanni a Teduccio.

I RAID. Ma gli equilibri non sarebbero più stabili e lo dimostrano i 4 episodi accaduti tra la fine di luglio e la fine di agosto: il ferimento di Vincenzo Barbato, la sparatoria in via al Chiaro di luna del giorno dopo, la fuga verso il lotto 0 di malviventi con i guanti in moto pronti a sparare, la “stesa” con obiettivo l’abitazione dello zio di Giovanni Aprea detto “Punt ’e curtiello”. In via Flauto Magico intorno alle 18 di domenica è arrivata una macchina nera con 2 uomini a bordo. Il passeggero, vestito di nero e con il volto coperto da un casco nero (ormai una divisa utilizzata dai malviventi), è sceso e ha fatto fuoco a ripetizione con una pistola calibro 9x21 contro l’appartamento al piano terra. Il ras Gennaro Aprea, arrestato per estorsione il 18 marzo scorso, è detenuto mentre la moglie e la figlia (contrariamente a quanto si pensava inizialmente) non erano in casa. Cosicché non hanno corso il rischio di essere colpite dai 9 proiettili esplosi: 3 hanno centrato una finestra, 2 la veranda, 2 un muro e altrettanti una ringhiera in ferro.

Molti, al punto che i poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato Ponticelli (dirigente Di Vittorio, sostituto commissario Vittorio Porcini) si chiedono se effettivamente si sia trattato soltanto di un’intimidazione. In questo caso i malviventi già sapevano che l’appartamento in quel momento era vuoto. Sabato sera, appena 24 ore prima, a dimostrazione dello stato di tensione esistente in zona 4 giovani su altrettanti scooter sono stati avvistati in via Argine. Avevano i guanti e la circostanza ha alimentato i sospetti degli agenti di una Volante del commissariato Ponticelli che si sono lanciati all’inseguimento fino al lotto 0, dove i fuggitivi sono riusciti a dileguarsi. L’intervento comunque, ha evitato un agguato o quantomeno un raid armato: altrimenti perché indossare i guanti? In sostanza, ritengono i poliziotti anticamorra che si occupano del quartiere orientale di Napoli, sarebbe in atto uno scontro tra il gruppetto riconducibile ai D’Amico e i De Luca Bossa, che hanno invece il quartier generale nel lotto 0, sempre a Ponticelli. Perciò il 27 luglio scorso ci fu la risposta al ferimento di Vincenzo Barbato, ritenuto vicino ai De Luca Bossa, avvenuto 48 ore prima. Ma, è questa la novità investigativa, alla base non ci sarebbero contrasti per droga. La febbre improvvisa alta nel quartiere dipenderebbe da vecchi conti da regolare tra personaggi che militano in opposti schieramenti.

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