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02 Settembre 2020 - 17:51
NAPOLI. Una nuova “mina” è stata sganciata ed è pronta a mettere a dura prova la già precaria stabilità della polveriera Forcella. Dopo la recentissima scarcerazione del rampollo Salvatore Giuliano “’o russo” e la conseguente escalation di sparatorie, su tutte quella messa a segno contro l’abitazione di una delle cognate dell’ex boss “Lovegino”, è adesso il turno del ras Vincenzo Colucci. Fedelissimo del defunto boss Giuseppe Giuliano, ammazzato in un agguato di camorra nel ’98, un raid nel quale rimase anch’egli ferito, il 69enne narcotrafficante ha da pochi giorni fatto ritorno nel proprio quartiere di origine dopo aver ottenuto a sorpresa la liberazione anticipata.
Arrestato e condannato in via definitiva a 14 anni e 2 mesi di reclusione per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, accusa tra l’altro aggravata dalla finalità mafiosa, il ras Colucci sarebbe dovuto rimanere ancora a lungo dietro le sbarre di Secondigliano. Il clamoroso colpo di scena si è però consumato lo scorso 24 agosto, quando i giudici del tribunale di Sorveglianza, accogliendo l’istanza del difensore Roberto Saccomanno, hanno deciso di concedere al narcos di Forcella il beneficio degli arresti domiciliari. A innescare la scarcerazione sono state soprattutto le precarie condizioni di salute con le quali il 69enne, affetto da una grave cardiopatia ischemica cronica, si trova da tempo a dover fare i conti.
Tradotto, il suo cuore rischiava di non reggere ancora alla detenzione in carcere. Le argomentazione difensive non sono però finite qui: l’avvocato Saccomanno ha infatti sostenuto e dimostrato, anche sulla scorta dell’orientamento espresso dalla Direzione nazionale antimafia, la mancanza di elementi che attestassero l’attuale partecipazione di Colucci alla cosca che per oltre trent’anni ha spadroneggiato tra Forcella e i Decumani. La Sorveglianza, concedendo anche il beneficio di due anni di liberazione anticipata, pochissimi giorni fa ha dunque disposto l’immediato trasferimento di Colucci agli arresti domiciliari, dove continuerà a scontare la pena. Al netto degli acciacchi e del sopravanzare dell’età, quello di Vincenzo Colucci resta ancora oggi un profilo criminale di assoluto spessore.
Coinvolto nel colossale blitz passato alla storia con il nome di “Piazza Pulita”, il ras è stato infatti condannato a oltre 14 anni di reclusione in via definitiva. Il suo ingresso in carcere, dopo un consistente periodo di latitanza, era avvenuto nell’aprile del 2013, quando, ormai braccato dalle forze dell’ordine, aveva finalmente deciso di costituirsi. Sulla sua testa pendevano del resto accuse pesanti come macigni, in primis quella di essere uno dei principali registi dei traffici di droga nel centro storico di Napoli. Il nome di Vincenzo Colucci era tra l’altro già salito alla ribalta della cronaca locale nell’estate del 1998, quando riuscì a sopravvivere, pur rimanendo gravemente ferito, all’agguato costato la vita a Giuseppe Giuliano, il boss di cui era fedelissimo tanto essere inquadrato come il suo guardaspalle.
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