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I Cifrone si riprendono Miano, il giallo delle rapine “mirate”

I Cifrone si riprendono Miano, il giallo delle rapine “mirate”

NAPOLI. Con la “concorrenza” messa all’angolo dopo l’ultima ondata di arresti, il clan Cifrone tor-na a dettare legge sulle strade e sulle piazze di spaccio di Miano. Per mesi si è trattato di una, seppur consistente, ipotesi investigativa ma dopo la retata di due giorni fa quell’inquietante scenario sembra essere diventato a realtà. A descriverlo sono infatti gli stessi inqui-renti della Dda di Napoli che, all’interno del provvedimento cautelare che portato alla cattura dei quindici sequestratori di Stefano Pettirosso, affermano:

«Dopo gli arresti del gruppo di “abbasc Miano” (i rivali della cosca Balzano, ndr) è emerso che i cugini Luigi e Gaetano Cifrone, e gli appartenenti al loro sodalizio criminale sono regolarmente rientrati nel quartiere di Miano, dove stanno cercando di imporre nuovamente il loro controllo del territorio». 

Un quadro dalla tinte più fosche che mai, quello definito dalla Pro-cura antimafia sulla scorta delle indagini condotte dai carabinieri della compagnia Vomero, desti-nato ad aprire le porte a scenari a dir poco preoccupanti.

Con la fulminea ascesa del giovane ras Matteo Balzano e dei suoi uomini di massima fiducia gli assetti di male a Miano sembravano ormai es-sersi cristallizzati. Dopo l’omicidio di Stefano Bocchetti, pusher e factotum di “abbasc Miano” assassinato il 13 gennaio scorso, quell’equilibrio è però andato rapidamente in frantumi.

E così, dopo l’ultima ondata di arresti con cui i carabinieri hanno messo alle corde il clan Balzano, i vecchi rivali, in precedenza costretti a un vero e proprio esodo della zona, hanno deciso di rialzare la testa e riconquistare le posizioni perse.

È questa la convinzione maturata dai magistrati della Dda partenopea, che senza tanti giri di parole hanno sembrano aver già individuato alcuni episodi sulla cui “firma” avrebbero ben pochi dubbi:

«Nella giornata del 13 gennaio - si legge nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita l’altro ieri - veniva accertata dalle forze dell’ordine la presenza di un gruppo di soggetti a bordo di motocicli di grossa cilindrata, ma anche di una serie di condotte pericolose per l’ordine pubblico. In particolare, nel pomeriggio, si accertava l’esecuzione di una rapina eseguita da numerosi soggetti a bordo di moto di grossa cilindrata presso l’esercizio commerciale “Antonio Phone” di proprietà di Antonio De Lutiis, cugino del detenuto

Matteo Balzano, capo del gruppo di “abbasc Miano”». Si sarebbe dunque trattato di una vendetta trasversela per iniziare a mettere sotto pres-sione gli acerrimi nemici. L’escalation di terrore è però soltanto all’inizio. Passano infatti appena cinque giorni e i carabinieri, grazie ad alcune fonti confidenziali, vengono messi al corrente del sequestro di Stefano Pettirosso: un rapimento 

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