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«Ero il braccio destro dei Sautto, so tutto quello che facevano»

«Ero il braccio destro dei Sautto, so tutto quello che facevano»

NAPOLI. «Io ero il braccio destro dei Sautto e per questo motivo sono a conoscenza di moltissime cose, di quasi tutto quello che loro facevano».

Vincenzo Iuorio, alias “’o bing”, 34 anni compiuti a gennaio e una collaborazione con la giustizia durata appena un mese, è l’uomo che con le sue rivelazioni rischia di mettere definitivamente all’angolo la cosca che ha conquistato il Parco Verde di Caivano, vale a dire quella che oggi viene considerata dagli inquirenti come la principale piazza di spaccio della provincia di Napoli: «I Sautto avevano tantissime armi, un vero e proprio arsenale. Nicola Sautto, in particolare, era malato per le armi».

La vicenda di Iuorio, riportata in anteprima ieri dal “Roma”, è a dir poco singolare, a tratti inquietante.

L’uomo del “sistema” di Caivano nel dicembre scorso aveva infatti preso la decisione di passare dalla parte dello Stato.

La sua collaborazione è però durata soltanto poche settimane. Stando a quanto emerso da un’indagine lampo condotta dalla Dda a suon di intercettazioni d’urgenza, “’o bing” avrebbe fatto un brusco dietrofront dopo che la moglie, diffusasi la notizia negli ambienti criminali, era stata avvicinata da alcune donne del clan che le avevano promesso un lauto sostentamento economico durante la detenzione del marito.

Nonostante il clamoroso passo indietro, formalizzato poi alla fine di quello stesso mese, agli atti del nuovo processo che vedrà alla sbarra i massimi vertici della cosca di Napoli Nord sono comunque confluiti alcuni importanti verbali: documenti scottanti, all’interno dei quali sono riportate proprio le prime accuse che Iuorio aveva mosso verso i compagni di clan.

Incalzato dalle domande del pubblico ministero, il 20 dicembre “’o bing” descriveva per filo e per segno, oltre che con nomi e cognomi, gli affari criminali del Parco Verde: «La maggior parte delle armi - ha spiegato - le compravamo tramite albanesi e zingari. Poi c’erano anche dei rapinatori che facevano acquistare ai Sautto le armi dove le compravano loro. Ho visto e maneggiato tra le armi a disposizione del clan sia Kalashnikov che mitra, ma anche armi automatiche e pistole. Avevamo anche delle bombe. Nicola Sautto era malato per le armi e diceva sempre che a lui non gli dovevano mai mancare, perché se succedeva qualcosa doveva essere pronto».

Vincenzo Iuorio ha però fornito anche altre informazioni di spessore: «Nicola Sautto venne scarcerato il 30 dicembre 2014 e il 31 mi recai a dargli gli auguri a casa di sua suocera Anna, a Caivano. Il fratello Gennaro gli aveva detto chi ero io. Già il 30 dicembre 2014 Nicola Sautto comandava al Parco Verde di Caivano. So che quella stessa giornata o il 31 dicembre Gennaro Masi gli andò a portare i soldi delle “piazze”. I Sautto gestivano tutte le piazze del Parco Verde».

L’ormai ex pentito ha però lanciato accuse più che consistenti anche agli storici alleati dei Sautto: «Domenico Ciccarelli era socio dei Sautto, erano di pari livello loro, ma la cassa del clan la tenevano i Sautto e la spartivano mese per mese appropriandosi anche di somme di denaro del clan. Antonio Ciccarelli non è mai uscito dal clan, è sempre stipendiato. Fino a quando non lo portate al 41bis, cioè al carcere duro, non finirà mai di comandare. Lui continua a mandare imbasciate in quanto in carcere in Sardegna ha un telefono con cui chiama. Ero presente quando ha telefonato e ha parlato con Nicola Sautto. Con questo telefono sentiva anche il fratello Domenico Ciccarelli “caciotta”».

Una catena criminale che adesso, anche grazie alle inedite dichiarazioni di Iuorio, potrebbe presto essere spezzata.

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