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14 Settembre 2020 - 12:57
Un “ultimo saluto" alla sua Maria Paola, morta su una strada ad Acerra nella notte tra venerdì e sabato dopo essere caduta dallo scooter, inseguita dal fratello che non accettava la sua relazione con un ragazzo trans.
Quest'ultimo, Ciro, era a bordo dello stesso scooter e nella caduta ha riportato ferite a un braccio che lo costringono al ricovero nella clinica Villa dei Fiori. Qui ieri ha incontrato Daniela Falanga, presidente di Arcigay Napoli, alla quale ha consegnato la sua richiesta: poter vedere la sua compagna, darle un ultimo saluto.
«Il nostro impegno ora è innanzitutto su questo - spiega Falanga all'Adnkronos - e stiamo cercando di capire attraverso il pubblico ministero se sia possibile vedere per l'ultima volta Maria Paola. È il desiderio assoluto che ha Ciro in questo momento». Ciro è «una persona completamente devastata - aggiunge Falanga - non sente i dolori del corpo, solo il dolore del distacco terribile che gli è stato inflitto. Mi ha detto che gli hanno tolto la vita».
Dalla famiglia di Maria Paola, racconta ancora Falanga, «aveva ricevuto diverse minacce e la stessa Maria Paola aveva cercato di comunicare con la propria famiglia, sentiva il grande bisogno di vedere i suoi, di parlare con loro. Invece sono arrivate solo minacce che Ciro ha ricevuto in qualità di persona trans, condannato all'irrisione e alla concezione di essere un mostro. È una vicenda che fa chiarezza su quanto accade nel quotidiano: le persone trans restano ancora le ultime nel panorama dei diritti e sono quelle che maggiormente vivono lo stigma sociale, mentre Maria Paola era una ragazza che andava assoggettata alle chiare dinamiche della cultura patriarcale, doveva essere spersonalizzata. Il suo ragazzo è un trans e in quanto tale era un mostro, una persona che quasi attaccava un virus, una malattia alla ragazza e la cambia. È una situazione critica, una questione culturale e rispetto a questo devo dire che l'Italia è messa proprio male».
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