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Ciro: «Non è stato un incidente, voleva uccidermi»

Ciro: «Non è stato un incidente, voleva uccidermi»

«Non è vero che è stato un incidente». A dirlo è Ciro Migliore, il ragazzo trans rimasto ferito nella caduta dallo scooter risultata fatale alla compagna, Maria Paola Gaglione, nella notte tra venerdì e sabato ad Acerra. Ciro, ricoverato nella clinica Villa dei Fiori ad Acerra per le ferite riportate nella caduta, respinge la versione fornita dal fratello di Maria Paola, Michele Gaglione, fermato per omicidio preterintenzionale e che oggi al gip, in sede di udienza di convalida, ha detto che stava inseguendo i due per parlare alla sorella e che non sarebbe stato lui a causare l'incidente.

«Mi è corso dietro, mi voleva per forza ammazzare. L'abbiamo incontrato per caso, me lo sono trovato dietro». Ciro ha raccontato che qualche giorno prima dell'accaduto «Michele è venuto sotto casa mia e mi voleva tagliare la testa, c'era anche mia madre, può confermarlo. Mi ha detto che mi avrebbe ammazzato. Mi diceva che non dovevo stare con la sorella altrimenti mi ammazzava». 

«Io e Paola dovevamo scappare insieme, per venire qui ad Acerra a vivere. Quando l'hanno scoperto, il fratello e il padre l'hanno picchiata. Era il 13 luglio», racconta Ciro. «Per il futuro sognavamo di vivere insieme, di essere felici - ha proseguito - ora provo solo dolore. Questa volta me l'hanno tolta per sempre». 

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