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20 Settembre 2020 - 18:02
NAPOLI. Pasquale Fucito, indiscusso boss di Caivano detenuto dal 2018 e con alle spalle già una condanna a vent’anni di reclusione, ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle: la malavita ma anche la bellavita. Addio, dunque, alle auto di lusso, alle feste sfarzose e ai cantanti neomelodici. Addio soprattutto ai fiumi di cocaina che per anni ha acquistato e smerciato facendo diventare il Parco Verde la principale piazza di spaccio dell’intera provincia di Napoli. Il re del narcotraffico, con una lettera che verrà depositata la prossima settimana nel processo d’appello di uno dei sei procedimenti che lo vedono imputato, ha deciso di prendere pubblicamente le distanze dai suoi trascorsi criminali. Ma non solo, con questo documento il ras lancia un inaspettato quanto clamoroso appello ai ragazzi della sua città: «La camorra non è una soluzione, ma porta anzi soltanto del male». Come a dire, salvatevi voi che ancora potete.
LA LETTERA. Nessun pentimento, è bene precisarlo. Ma “‘o marziano”, nella missiva di cui il “Roma” è entrato in possesso, mette nero su bianco la propria ferma volontà di dissociarsi dal proprio passato di malavitoso al vertice del “sistema” di Napoli Nord: «Sono Pasquale Fucito - si legge nell’incipit del documento - conoscete bene il mio nome perché sono coinvolto in diversi processi. Vengo subito al dunque per comunicarvi che ho preso una decisione per me, per i miei figli, la mia compagna e per il nostro futuro. Mi dissocio da tutto e da tutti, lo faccio per provare ad avere un futuro migliore. Ho tre figli che sono tutta la mia vita, ma purtroppo sono cresciuto in un ambiente senza speranza e ho iniziato presto a fare uso di stupefacenti e a commettere reati».
L’APPELLO AI GIOVANI. Ricostruita brevemente la propria odissea personale da ragazzo venuto su ai margini della società, il boss Fucito entra dunque nel merito del proprio passo indietro: «Colgo l’occasione, con questa lettera, per lanciare un appello ai giovani di Caivano e dintorni. Non cadete nella dipendenza dalla droga e non commettete reati. Restate sempre lontani da queste situazioni. La camorra non è una soluzione, ma porta anzi soltanto del male. Questa mia dissociazione è maturata nella speranza di riuscire a dare un futuro migliore ai miei figli. Vorrei solo fargli capire che si può vivere e lavorare onestamente». Parole pesanti come macigni e destinate con tutta probabilità ad aprire un solco senza precedenti all’interno di uno scenario criminale, quello del Parco Verde di Caivano, che fino ad oggi è sembrato pressoché impermeabile a qualsiasi intervento finalizzato al ripristino della legalità e della speranza. Saranno adesso, chissà, forse le parole del boss Fucito a cambiare finalmente le carte in tavola.
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