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29 Settembre 2020 - 12:18
NAPOLI. Si indaga soprattutto a Pianura e nella zona di Chiaia per risalire a mandanti ed esecutori dell’omicidio, compiuto la sera del 5 settembre scorso, di Marco Di Flora: il 34enne vittima di un agguato di chiaro stampo camorristico a Pozzuoli mentre tornava a casa in scooter. In passato era stato parente indiretto dei ras Piccirillo della Torretta, poi aveva intrapreso una relazione sentimentale e si era trasferito con la fidanzata nella cittadina flegrea. Ma secondo alcuni esperti investigatori non aveva interrotto i legami con il quartiere napoletano d’origine, Pianura, mentre nei territori della Napoli bene non si vedeva più. Il precedente per droga ha spinto chi sta compiendo gli accertamenti verso la pista dei traffici, ma per il momento non si escludono altre ipotesi.
Tranne quella passionale, abbandonata sul nascere per mancanza di qualunque elemento concreto. Marco Di Flora, che lavorava presso un’impresa di pompe funebri, potrebbe essere rimasto vittima di un “sgarro” maturato negli ambienti della droga di Pianura oppure essere coinvolto in qualche giro collegabile ai due gruppi che attualmente a Pianura si dividono i proventi dell’attività illecita: unico business nel quartiere partenopeo dopo il crollo verticale del “pizzo”, come del resto in quasi tutta la città. Ma va sottolineato come da tempo il 34enne, con un precedente di polizia anche per furto, non avesse problemi con la giustizia né era stato visto di recente in compagnia di pregiudicati.
Marco Di Flora era legato sentimentalmente ad una giovane residente in zona flegrea, con la quale era andato a vivere proprio tra Licola e Cuma, nella zona dove si è verificato l’agguato. Dai rilievi della Scientifica è emerso che l’uomo era da solo ed è stato raggiunto dai colpi di arma da fuoco alle spalle, mentre cercava scampo nella fuga a piedi dopo aver abbandonato lo scooter su cui viaggiava lungo la strada. Aveva capito di essere in pericolo, spiegano gli investigatori, e così ha accelerato. Evidentemente gli avevano teso l’agguato o lo attendevano sul percorso sapendo dove era diretto. Il sicario gli ha esploso contro 3 proiettili, tutti andati a segno. In quel momento stava scappando a piedi a piedi verso una villetta privata in via Cuma-Licola a Pozzuoli, sperando di trovare rifugio o che qualcuno lo aiutasse.
Ma non ha fatto in tempo. La polizia il giorno dopo è tornata sul luogo del delitto per ulteriori indagini e soprattutto per sentire i residenti, i primi a tentare di soccorrere l’uomo dopo aver udito gli spari. Al vaglio anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza privata presenti nella zona. Qualche traccia utile per il prosieguo delle indagini sarebbe stata trovata e gli investigatori non disperano in tempi medi di giungere a una ristretta rosa di possibili colpevoli. Marco Di Flora potrebbe aver pagato a caro prezzo un contrasto con un ras che l’ha condannato a morte, ma non per una vicenda sentimentale.
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