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30 Settembre 2020 - 12:22
NAPOLI. La tragedia si è consumata in una manciata di minuti, all’una della scorsa notte. Il bimbo, 10 anni, figlio di due stimati professionisti napoletani, ha aperto la finestra della sua cameretta al sesto piano di un palazzo signorile in via Mergellina e si è lanciato nel vuoto. Sulla scrivania un biglietto: «Mamma sta venendo l’uomo nero». Poche parole sulle quali stanno puntando le indagini degli agenti del commissariato San Ferdinando che stanno ricostruendo non solo le ultime ore di vita del piccolo, ma le ultime settimane.
Il timore infatti è che il bimbo sia rimasto vittima di uno di quei giochi di ruolo di “moda” fra i ragazzini, i cosiddetti “giochi del male” che finiscono con la morte di uno dei giocatori. La play station con la quale il bambino giocava infatti, è stata sequestrata dal magistrato incaricato del caso e adesso si attende il nulla osta del perito per capire quali giochi erano in con solle e se tra questi vi fosse anche il famigerato Charlie Challenge, una sorta di seduta spiritica 2.0 che si ispira ad un gioco di origine messicana e consiste nell’evocare l’aldilà, più precisamente lo spirito di tale Charlie, o qualche altra sfida mortale.
È un’ipotesi, ma la Procura ha aperto un’indagine per istigazione al suicidio. I medici del 118 che sono arrivati in soccorso, purtroppo vano, del bimbo, lo hanno trovato supino nel ballatoio di un inquilino al piano terra. Inutile ogni soccorso tra la disperazione di chi era in quel momento sveglio e testimone di un’atrocità che ha tolto il fiato anche ai soccorritori e agli agenti di polizia. Quelle ultime parole e il riferimento all’uomo nero sono rimaste impresse a fuoco nella mente di tutti e purtroppo sono espressioni contenute proprio in quei giochi del male che tanto attecchiscono fra ragazzini.
Per il resto, infatti, la vita del piccolo era serena e tranquilla. Il bambino era seguito, andava regolarmente a scuola, il papà e la mamma formano una solida e consolidata coppia e il fratello più grande, con il quale parlava, non ha mai avuto sospetto di nulla. D’altronde anche la sera del la tragedia tutto si è svolto normalmente: hanno cenato tutti insieme, come al solito, poi il piccolo è andato a letto presto. Il resto è un’atroce incognita sulla quale i genitori non riescono a darsi pace.
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