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Covid a Napoli, pericolo Erasmus: 28 ragazzi tornati infetti

Covid a Napoli, pericolo Erasmus: 28 ragazzi tornati infetti

NAPOLI. Reparti pieni e contagi che continuano a salire vertiginosamente: 390 in un giorno, il record dall’inizio della pandemia. Tanti positivi su un numero di tamponi più elevato. Ma ci sono dei numeri che rendono meno drammatico questo dato, in terapia intensiva c’è un ricovero meno di ieri e i sintomatici sono una piccola percentuale. Poi c’è un deceduto: è un infermiere che si era ammalato di Covid e che era stato curato con il plasma, ma dopo quattro mesi di riabilitazione non ce l’ha fatta.

Un dramma che ci riporta direttamente alla fase più critica della pandemia, quando le Rianimazioni erano piene e non si sapeva come uscirne. Chiaramente, la maggior parte degli infetti è nella città di Napoli, ben 163. Quello che preoccupa sono i focolai familiari che mercoledì hanno fatto contare ben 100 contagiati e ieri altri 49. Ci sono anche 28 ragazzi tornati con il Coronavirus dall’Erasmus. Solo 17 su 163 però presentano dei sintomi, a volte lievi. Il problema serio restano i posti in ospedale.

I Covid Center sono tutti pieni, e al Cotugno sono occupati anche tutti i posti in terapia subintensiva, tant’è che si sta pensando di occuparne qualcuno in Intensiva. Nel resto della regione il focolaio che continua a preoccupare è quello di Cervinara, comune in provincia di Avellino dove nei giorni scorsi si è avuto un aumento di contagi da Covid-19 e dove è risultato positivo anche il sindaco neo eletto, Caterina Lengua. Ieri sono in tutto 18 i tamponi naso-faringei risultati positivi: 8 a Cervinara, 6 casi si sono verificati nel comune di Baiano, 3 nel comune di Mugnano del Cardinale e uno a Moschiano. Ma sulla gestione di questa fase dell’emergenza piovono critiche sul presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, che ieri è stato bacchettato anche dal premieri Conte che ha invitato le regioni a non «andare in ordine sparso».

A rincarare la dose è il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: «Si assiste a un silenzio assordante, pericoloso, inquietante e che non lascia tranquilli del presidente della Regione Campania che non dice la verità quando invece adesso abbiamo bisogno di istituzioni credibili e non più di proclami, di terrorismo, di atteggiamenti tirannici perché non è così che si tiene un tessuto sociale, economico, psicologico e del lavoro per affrontare una pandemia. Servono rigore, responsabilità, fiducia e democrazia».

«De Luca non ci dice perché prima della campagna elettorale non ci sono stati dati elementi certi - ha affermato - e solo dopo si provoca allarmismo e da un giorno all'altro si prendono provvedimenti che non hanno alcuna ragione in base alla continuità del virus e che comprimono diritti, provocano sofferenze e lacerano il tessuto sociale ed economico già compromesso». Sul fronte degli interventi sanitari per contrastare il virus, il sindaco ha sottolineato che «nonostante i numeri, la Campania è ancora oggi la regione che fa meno tamponi, test e mappature sierologiche, in cui non sono stati attrezzati in maniera funzionale gli ospedali e mi chiedo dove è andato tutto il denaro che fino ad ora è stato trasmesso alla Regione con i poteri speciali».

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