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02 Ottobre 2020 - 13:10
Da parte di «alcuni dipendenti» dell'Anm «è in atto un comportamento criminale, di cui ne sono persuaso e convinto, ai danni della città e dei napoletani». Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ribadendo così le sue accuse, già contenute ieri in un comunicato, in merito ai casi di malattia comunicati improvvisamente da alcuni dipendenti dell'azienda comunale di trasporto pubblico che hanno comportato ieri lo stop della Funicolare di Chiaia e la circolazione limitata della Linea 1 della metropolitana.
«Non mi è mai capitato di vedere nella mia vita - ha spiegato de Magistris - che in mezz'ora, all'alba, arrivano una serie di certificati di malattia, seriali, e guarda caso tutti di alcuni settori che costringono l'azienda o a ridurre la corsa della linea metropolitana, o a chiudere le funicolari. Questo va avanti da tempo e mi auguro che venga messo un punto e termini questa attività che, mai come in questo momento, è insopportabile, inqualificabile ed odiosa, a maggior ragione per questa città che ha salvato quell'azienda pubblica».
De Magistris non vuole approfondire quelle che secondo lui sono le ragioni alla base del presunto «comportamento criminale» di alcuni dipendenti dell'Anm: «Non posso esporle pubblicamente, ma sono per dire chiaramente, e me ne assumo la responsabilità, che non credo assolutamente si tratti di malattie. Se qualcuno mi convincerà del contrario chiederò scusa pubblicamente, ma sono certo che si tratta di condotte criminali premeditate. Lo ritengo gravissimo e il sindaco ha il diritto, ma più che altro il dovere, di comunicarlo alla città in un momento storico in cui c'è una pandemia sanitaria e in cui la città è in difficoltà e si è approfittato di questo momento in cui la circolazione è in difficoltà per esercitare tentativi di ricatti, pressioni e condotte indebite. Conosco l'onestà l'abnegazione e la passione per quell'azienda della maggioranza dei lavoratori e questo mi fa ancora più rabbia».
Infine una risposta ai sindacati: «Siccome so che ci sono sindacalisti e sindacalisti, consiglierei più prudenza prima di difendere l'indifendibile», ha concluso de Magistris.
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