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02 Ottobre 2020 - 13:17
Luigi Vicinanza propone di celebrare quella data: 20 gennaio 1921, concomitante con le celebrazioni della fondazione del Partito comunista d'Italia. E il sindaco di centrodestra, Gaetano Cimmino, plaude alla memoria delle radici rosse della città
CASTELLAMMARE DI STABIA. Cento anni dalla fondazione del Partito Comunista d’Italia. Fervono i preparativi delle città rosse per le celebrazioni della nascita del partito di massa, fondato a Livorno nel gennaio del 1921. E a Castellammare di Stabia si tornerà sulla storia che il 20 gennaio del 1921 tinse di rosso sangue la piazza del Municipio, con le versioni opposte di chi l’ha descritta come un “assalto fascista a Palazzo Farnese” e chi, invece, raccontò i fatti in modo diverso: non furono i fascisti a protestare, ma commercianti e professionisti cittaini che contestavano la politica di nuove tasse su prodotti che i primi amministratori socialisti ritenevano “beni di lusso”, tartassando le classi considerate agiate. Una storia che meriterebbe oggi un’analisi pacata e onesta, ma che rischia di rimanere appannata per sempre dalla forza delle ideologie. Mancano purtroppo i testimoni. Gli storici e coloro che dalle posizioni di destra e di sinistra vissero quei giorni non ci sono più. Restano pochissimi documenti e qualche libro che raccontano quanto accadde cento anni fa a Castellammare di Stabia. Restano anche due articoli che il giornalista Gimmo Cuome scrisse in occasione della celebrazione dell’ottantesimo anniversario di una giornata funesta in cui si contarono 6 morti e un centinaio di feriti. La targa, scoperta 20 anni fa dal sindaco della giunta di centrosinistra, Catello Polito, testimonia come “Il fascismo nascente offrì la sponda, a Castellammare come altrove, per liberarsi dei governanti rossi. Solo che la strada per ribaltare il risultato delle elezioni comunali del 31 ottobre 1920, che in città diede la maggioranza ai socialisti, non fu la lotta politica, ma l’uso della violenza.Ecco perché l’amministrazione comunale ha voluto oggi ricordare quei fatti. Lo ha fatto non per interpretare lo spirito di una delle parti in causa ma per chiarire che di fronte a quell’eccidio non ci può essere che una sola posizione per chi si sente ed è autenticamente democratico”. Segue (scrive Cuomo) una precisazione: “Non fa differenza se si è politicamente schierati col centrosinistra o con il Polo (di centrodestra, ndr), perché la democrazia italiana nata dalla Resistenza non ammette equivoci su da che parte stare. I fatti di piazza Spartaco sono consegnati alla storia. Il ricordo delle sei vite che si spensero in quella tragica giornata del 20 gennaio 1921 sia da monito perché mai più la violenza pretenda di dettare le regole della convivenza civile”. Massimo de Angelis e Ida Scarpato, all’epoca consiglieri comunali dell’opposizione di centrodestra, si ribellarono alle celebrazioni che furono vissute con scarso interesse della città. Ma la targa è lì. E rimane come unica voce a interpretare i fatti del 1921. Il giornalista Luigi Vicinanza ha proposto qualche giorno fa che Castellammare si prepari a gennaio a una commemorazione della nascita del Partito Comunista d’Italia, anche a memoria di quella giornata di sangue, quale celebrazione prodromica della eventuale assegnazione alla città del titolo di Capitale della Cultura 2022. E - paradosso assoluto - il sindaco di centrodestra, Gaetano Cimmino, ha applaudito alla proposta. (1.continua)
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