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12 Ottobre 2020 - 18:24
Il capoclan di Bagnoli godeva di appoggi a Casoria, aveva documenti di identità contraffatti
NAPOLI. Tradito dallo shopping, si è arreso allo Stato Massimiliano Esposito “’o scognato”, ras di Bagnoli che negli ultimi mesi era considerato il latitante più pericoloso del Napoletano. In prima serata di sabato è uscito con la moglie per vedere i negozi a Casoria e poi è entrato in un centro commerciale di via Marconi, dove la polizia lo ha intercettato e seguito fin quando è uscito. Nel momento in cui stava ripartendo con la Renault Clio che aveva parcheggiato all’esterno, gli investigatori della squadra mobile della questura di Napoli sono entrati in azione e l’hanno bloccato. Ora si trova nel carcere di Secondigliano in attesa di essere interrogato dal gip.
A suo carico c’è l’accusa di aver violato le misure della libertà vigilata cui era sottoposto: firma in commissariato e divieto di uscire fuori dal territorio del comune di Napoli. Erano le 20 circa dell’altro ieri quando le manette si sono strette intorno ai polsi di Massimiliano Esposito (come riportato in esclusiva dal nostro giornale sull’edizione di ieri). Ma non è stato un arresto casuale: i poliziotti della Mobile (dirigente Alfredo Fabbrocini, commissario Silvio Petriello) avevano saputo, grazie a indagini e conoscenze sul territorio, che “o’ scognato” frequentava Casoria avendo appoggi in zona. Ma mancavano loro dettagli importanti, come la strada dell’appartamento in cui si nascondeva. Però si è rivelata giusta l’intuizione che il ras di Bagnoli potesse uscire per la passeggiata del sabato, un rito cui quasi nessuno tra i napoletani è disposto a rinunciare persino in presenza di una pandemia.
Alle 19 e 30 dai poliziotti della Mobile in azione nella cittadina è partita la richiesta di rinforzi perché Massimiliano Esposito era stato notato in strada. Da quel momento il ricercato, senza accorgersene, ha avuto alle spalle almeno 2 investigatori, ovviamente in borghese e a distanza. Quando è entrato nel centro commerciale di via Marconi si è deciso di non intervenire per non mettere eventualmente a repentaglio la sicurezza dei clienti e per non creare panico. Ma nessun movimento del ras è passato inosservato. Quando è uscito, dopo aver fatto la fila e pagato alla cassa, è salito in macchina e stava ripartendo in compagnia della moglie.
Ma mentre inseriva le chiavi nell’accensione si è sentito dire: “polizia, signor Massimiliano si fermi”. Le fasi dell’arresto sono andate avanti nella massima tranquillità. Esposito, già riconosciuto, non ha tentato di farsi passare per nessun’altra persona nonostante avesse con sé 2 documenti falsi, patente e tessera sanitaria, intestati a un uomo inesistente ma con la sua fotografia. È stato condotto agli uffici della squadra mobile in questura e dopo le formalità burocratiche, accompagnato al carcere di Secondigliano. La moglie, i cui documenti erano in regola, è tornata a casa non avendo commesso alcun reato. Per i congiunti non scatta infatti l’accusa di favoreggiamento.
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