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Camorra, è record di stese a Napoli Ovest

Camorra, è record di stese a Napoli Ovest

NAPOLI. Tra agosto e settembre si è sfiorato il record delle stese nell’area flegrea, in particolare a Bagnoli e a Pianura ma anche nel rione Traiano. Poi c’è stata una tregua tra fine mese scorso e inizio ottobre, che ancora regge e potrebbe portare a una pax di camorra. Cosicché le forze dell’ordine hanno potuto respirare, considerando pure che di diverse sparatorie si è saputo successivamente, non essendo state denunciate sul momento da nessuno. Sullo sfondo i contrasti, poi rientrati, tra il gruppo Esposito e una parte della malavita di Pianura.

TENSIONE TRA CLAN. Alla base ci sarebbero sempre i traffico di droga, principale business nell’area flegrea, in particolare tra Bagnoli, Pianura e rione Traiano.

Gruppi autonomi, ma con collegamenti periodici e fissi, avrebbero in nome degli affari rinsaldato i rapporti. Così si spiegherebbe secondo gli investigatori il clima di pax di camorra che si respira da quelle parti dopo un inizio estate turbolento per i contrasti tra un gruppo di Pianura e un altro, agganciato al rione Traiano.

In sostanza, sostengono gli inquirenti, alcuni referenti degli uni e degli altri frequenterebbero i rispettivi territori, garantendo l’accordo. Un accordo che non si sarebbe condensato in un’alleanza vera e propria, ma di certo in qualcosa di più rispetto a un semplice patto di non belligeranza.

Le ultime operazioni di polizia, che hanno permesso il sequestro di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente, infatti sono la prova che i traffici di droga continuano nell’intera area flegrea. Ma non soltanto a Bagnoli, Pianura e rione Traiano: anche a Fuorigrotta, dove però il “sistema” locale non si sarebbe integrato con i confinanti.

LO SCENARIO. La situazione più nuova, ma con radici antiche, si sarebbe verificata a Pianura. Dove un gruppo poi divisosi in due tronconi, riconducibile ai Mele e legato pure alla mala di Posillipo, sarebbe nato e rappresenterebbe l’ultima novità nel panorama criminale del quartiere.

Gli investigatori ne farebbero apertamente riferimento nelle relazioni di servizio e contemporaneamente, almeno per il periodo in corso, ritengono superata la fase cruenta della guerra con i Pesce-Marfella. Molta acqua è passata sotto i ponti dall’estate 2017, quando si pentirono i ras-reggenti dei rispettivi clan: Pasquale Pesce “’e Bianchina” e Salvatore Romano “Muoll muoll”.

Al momento dunque, inquirenti e investigatori sarebbero arrivati alla conclusione che, dopo una faida durata circa 20 anni, i Pesce e i Mele non sarebbero più pronti a colpirsi a vicenda.

Le pistole sarebbero state rimesse nelle fondine in nome di un interesse superiore: gli affari. Una situazione provocata in un certo da arresti e condanne che hanno decapitato i due clan, indeboliti pure dalla scelta di pentirsi di ras come Pasquale Pesce “’e Bianchina” e Salvatore Romano “muoll muoll”.

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