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18 Ottobre 2020 - 09:29
NAPOLI. Tra i tre estorsori finiti nel mirino della Direzione distrettuale antimafia e della polizia il più conosciuto è proprio l’unico latitante: Massimo Cerrato, 37enne soprannominato “’o nano”. Mentre gli altri due, Francesco Laezza e Salvatore Sacco, sono relativamente nuovi negli ambienti criminali e dei Contini, del terzo hanno invece parlato i pochi collaboratori di giustizia del clan del Vasto-Arenaccia. A cominciare dal defunto Vincenzo De Feo per finire a Pasquale Orefice. Ne viene fuori ritratto abbastanza nitido di uomo di fiducia della potente organizzazione, pronto a collaborare con i reggenti del momento.
PARLANO I PENTITI. «Massimo Cerrato detto “’o nano” - ha messo a verbale Vincenzo De Feo - lavorava sulla piazza del Borgo come spacciatore. Con lui operava una tale “Fifi”, ma solo di notte perché di giorno stava agli arresti domiciliari. Antonio “’o chiattone” e Salvatore soprannominato “Sasà” della Sanità. La piazza era gestita dai due Gino, Cella e Mastellone, e controllata per conto del clan Contini anche dagli affiliati “Nannone” e “Sarracino”». Sotto scacco da Francesco Laezza, Salvatore Sacco e Massimo Cerrato era finito un ristoratore, titolare della pizzeria “’O curniciello” in calata Ponte di Casanova, che poi ha chiuso l’attività a Napoli per impiantarne una anloga a Londra, non ancora aperta.
INDAGINE LAMPO. Il caso è stato risolto dalla polizia, in particolare grazie alla conoscenza del territorio da parte degli investigatori del commissariato Vasto-Arenaccia, pronti a raccogliere le voci su pressioni camorristiche nei confronti del proprietario del locale. I poliziotti della squadra giudiziaria si recarono al locale e convinsero l’uomo, inizialmente titubante come si può umanamente capire, a raccontare cos’era successo. In quell’occasione sono state estrapolate dal sistema di videosorveglianza le immagini dell’arrivo al locale di Francesco Laezza e Massimo Cerrato, entrambi riconosciuti dagli investigatori. Le indagini si sono successivamente sviluppate con l’intervento dei poliziotti dell’antiracket della Squadra mobile della questura e si sono condensate nell’informativa alla base della misura cautelare chiesta e ottenuta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
ANCORA IN FUGA. L’1 ottobre scorso sono stati arrestati i primi due presunti aguzzini, Francesco Laezza e Salvatore, Sacco mentre è ancora irreperibile Massimo Cerrato. Sulla vicenda è intervenuto ieri il il senatore Sandro Ruotolo con un post su Facebook. «Non è una storia a lieto fine. Anzi, lo è per metà perché il finale è una sconfitta per noi tutti... è il titolare della pizzeria “’O curniciello” che si trova in via calata Ponte di Casanova. Dopo il lockdown, a giugno si presentano in due nella pizzeria per chiedere di “fare il regalo tre volte l’anno”. Lui si rifiuta. Loro, ad agosto, gli dicono: “allora ci dobbiamo incendiare la bottega”. Lui li denuncia alla polizia. I due vengono arrestati per tentata estorsione. Il clan della camorra è quello dei Contini. Ma il ristoratore non si piega alla camorra, con coraggio denuncia i suoi estorsori, decide però di lasciare Napoli e di trasferirsi in Gran Bretagna per dedicarsi ad una nuova attività imprenditoriale. Un talento di Napoli costretto ad andare via».
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