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Bonifica da microspie per la Procura e per il clan Puca, sei arresti

Bonifica da microspie per la Procura e per il clan Puca, sei arresti

I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea, nei confronti di 6 persone, 3 delle quali già detenute per altra causa, gravemente indiziate di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità, favoreggiamento personale, delitti tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose. Le indagini coordinate dalla Dda di Napoli e condotte dal Nucleo investigativo dal novembre 2019 al settembre 2020 hanno consentito, anche con il contributo delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, di raccogliere molteplici elementi di prova per cui risulterebbe che uno degli indagati, dipendente di una ditta fornitrice per la Procura di Napoli di servizi e strumentazioni per attività tecniche di intercettazione, con l'intermediazione di un ex appartenente alle forze dell'ordine, avrebbe effettuato, dietro corrispettivo di somme di denaro, "bonifiche" per rinvenimento di microspie in abitazioni, auto ed uffici nella disponibilità di affiliati al clan Puca, attivo nel territorio di Sant'Antimo e nei comuni limitrofi, aiutando questi ultimi ad eludere le investigazioni sull'associazione a camorristica a cui gli stessi appartengono. Inoltre, uno degli arrestati avrebbe materialmente danneggiato una telecamera di sorveglianza installata, per fini investigativi, dai carabinieri nei pressi dell'abitazione di Pasquale Puca, detto "”o minorenn", indiscusso capo dell'omonimo clan. Tra i soggetti colpiti da provvedimento cautelare ci sono quattro esponenti di primo piano del clan.

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