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28 Ottobre 2020 - 19:47
NAPOLI. Sarebbe attribuibile ai contrasti tra i Legnante del rione Traiano, attivi anche a Pianura secondo gli investigatori, e i Calone-Mele la sparatoria dell’altra notte in via Monet. Un episodio chiarito nel movente ma non ancora nell’identificazione dei responsabili, quantomeno a livello di forti sospetti, e sul quale indagano i poliziotti del commissariato Pianura. Non è chiaro se nel mirino dei malviventi entrati in azione ci fosse la coppia residente nell’appartamento preso di mira o se il pistolero abbia sbagliato bersaglio. C’è anche una terza ipotesi, presa ugualmente in molta considerazione: gli autori del raid dovevano lanciare un messaggio in quella zona e non avevano messo in preventivo che uno dei proiettili esplosi in ara centrasse il balcone dell’abitazione. Marito e moglie, comunque, hanno dichiarato di non avere ricevuto minacce di alcun genere e di non avere idee su chi abbia sparato e perché.
ALTA TENSIONE. In ballo ci sarebbe un accordo, ballerino negli ultimi mesi, sui proventi delle piazze di spaccio. Le voci di un tregua, riscontrata effettivamente da settembre in poi, erano attendibili. Così come sembrerebbero degne di fede quelle su una rottura del patto culminata nella sparatoria dell’altra notte (tra sabato e domenica). I due gruppi sarebbero entrati in contrasto proprio l’estate scorsa, caratterizzata in parte dell’area flegrea da “stese” e intimidazioni, per poi far cessare le ostilità. Ma soltanto nei prossimi giorni le forze dell’ordine che lavorano sul territorio potranno avere la conferma o meno della nuova fase di guerriglia. Intanto si cercano elementi per avanzare nelle indagini sulla sparatoria di via Monet, a cominciare da eventuali immagini di telecamere sulla fuga del pistolero seduto dietro lo scooter guidato dal complice. Entrambi, secondo qualche vaga testimonianza raccolta, vestiti di nero e con il casco dello stesso colore. Pianura, come anche il rione Traiano, dalla fine del lockdowntotale è di nuovo attraversata da una serie di fibrillazioni che hanno come epicentro il mondo della droga.
IL GIALLO DEL DELITTO. La stessa pista battuta per risalire a mandanti ed esecutori dell’omicidio, compiuto la sera del 5 settembre scorso, di Marco Di Flora: il 34enne originario di Pianura vittima di un agguato di chiaro stampo camorristico a Pozzuoli mentre tornava a casa in scooter. Il più grave episodio accaduto negli ultimi mesi, che si è aggiunto a stese e intimidazioni con cortei in moto di uomini armati nelle zone dei gruppi nemici. In passato Marco Di Flora era stato parente indiretto dei ras Piccirillo della Torretta, in zona riviera di Chiaia, poi aveva intrapreso una relazione sentimentale e si era trasferito con la fidanzata nella cittadina flegrea. Ma secondo alcuni esperti investigatori non aveva mai interrotto i legami con il quartiere napoletano d’origine, Pianura, mentre nei territori della Napoli bene non si vedeva più. Il precedente per droga ha spinto chi sta compiendo gli accertamenti verso la pista dei traffici, ma per il momento non si escludono altre ipotesi.
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