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29 Ottobre 2020 - 10:18
Dietro la retata di Fuorigrotta le nuove rivelazioni del pentito Genny Carra
NAPOLI. Per una vita intera sono stati l’uno l’alter ego dell’altro. Hanno condiviso tutto: gli introi-ti delle estorsioni e quelli della droga. Hanno anche condiviso, almeno secondo la Procura, l’esecuzione dell’omicidio che ne ha determinato la definitiva ascesa criminale: quello del ras della Nuova Mafia Flegrea, Antonio Fiorillo. Di quel patto di ferro, però, oggi non rimane più nulla. Parola del neo pentito Gennaro Carra, ex boss del clan Cutolo del rione Traiano, il quale, svelando agli inquirenti della Dda i nuovi assetti della mala di Napoli Ovest, descrive Fuorigrotta come una ve-ra e propria polveriera: «Le attività, comprese le bancarelle, pagano due volte le estorsioni. Il rica-vato viene spartito tra i due clan». Addio, dunque, alla cassa comune.
AFFARI SEPARATI
Le nuove rivelazioni di Carra rappresenta-no uno dei pilastri sui quali è incardinata l’inchiesta che due gior-ni fa - la notizia è stata anticipata ieri dal “Roma” - ha portato all’esecuzione di tre catture a dir poco eccellenti. La Squadra mobile di Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ha infatti arrestato il boss Francesco Iadonisi (già detenuto), il figlio Cosmo e il genero Flavio Di Lorenzo: inquadrati come la nuova cupola del “sistema” del rione Lauro, rispondono tutti di associazione finalizzata al narcotraffico e di spaccio.
Se gli aspetti legati allo smercio di stupefacenti sono stati ricostruiti grazie a una fittissima attività di intercettazione ambientale, è stato invece Genny Carra a svelare gli inediti e attuali assetti di camorra nella periferia occidentale: «Fino al 2015 - ha messo a verbale il pentito - a Fuorigrotta c’era solo il clan Iadonisi. Gennaro Cesi (non indagato in questo procedi- mento, ndr) era un affiliato, il capo era invece Francesco Iadonisi.
Dal 2015 Cesi ha creato un proprio clan. I due gruppi si dividono ora la zona di Fuorigrotta. Ce-si controlla la zona del “Serpentone” (via Leopardi, ndr), dove si trova il basso di Antonio Volpe. Iadonisi attualmente ha la base nel rione Lauro, dove si riuniscono e dove si trova la piazza di spaccio, mentre controlla anche altre zone di Fuorigrotta».
RACKET A TAPPETO
È però sul fronte del controllo delle tangenti estorsive che lo scontro tra i due clan raggiunge l’apice di spregiudicatezza: «Fuorigrotta - ricostruisce l’ex ras della “44” - è un quartiere con lucrose attività illecite. Ad esempio il ricavato delle estorsioni del mercatino è diviso tra il clan Cesi e il clan Iadonisi. Quando si giocano le partite al San Paolo pagano a titolo di estorsione sia a Cesi che a Iado-nisi i venditori delle bancarelle di sciarpe, i venditori ambulanti con i furgoni per la vendita di panini, i parcheggiatori abusivi, i bagarini. Ciascuno paga 10 euro». Come a dire, nessuno escluso.
Genny Carra torna a poi a insistere sull’altro core business dei due ras oggi rivali: «Francesco Iadonisi gestisce una piazza di spaccio che vende qualsiasi tipo di droga nel rione Lauro.
Nel 2018 Iadonisi ha aperto con Flavio Di Lorenzo una concessionaria di auto a Pianura, dove vive. Cesi, fino a quando non è stato arrestato, gestiva una piazza di cocaina nella zona del “Serpentone”».
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