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02 Novembre 2020 - 16:32
L'associazione di promozione sociale "Le Botteghe di San Gregorio Armeno", via dei presepi nel centro antico di Napoli, scrive al Governo e alla Regione Campania «per denunciare la gravità delle conseguenze economiche su un settore che è stato completamente dimenticato dal governo centrale nell'ultimo Decreto Ristori».
Il presidente dell'associazione, Gabriele Casillo, cita «il settore commercianti e artigiani, in particolar modo di quelli che hanno la sede delle loro attività nei centri storici delle città d'arte. Come ben saprete - aggiunge - nel Decreto Ristori non è stato previsto nessun contributo né sgravio fiscale per questa categoria; il turismo è completamente fermo e i centri storici sono vuoti. Nel caso specifico di via San Gregorio Armano la situazione è ancora più grave, poiché la famosissima via dei presepi registra la maggior parte degli incassi nel periodo che va dal primo novembre al 6 gennaio, dopodiché seguono tre mesi in cui l'affluenza turistica è inferiore a tutto il resto dell'anno. Ne deduciamo che le 38 botteghe situate a via Ssdevono sopravvivere peran Gregorio Armeno almeno 5 mesi registrando incassi ai minimi storici, spesso pari a zero, dovendo pagare affitti (alti, perché si sa, i centri storici sono cari), tasse, contributi e utenze».
Tutto questo, sottolinea Casillo, «è insostenibile da parte della maggior parte dei commercianti e artigiani di via San Gregorio Armeno, soprattutto perché siamo già reduci da 8 mesi difficilissimi e molti hanno già esaurito le risorse per sostenersi. Di tutto ciò ne soffre anche il resto del centro storico di Napoli poiché via San Gregorio Armeno è un indotto per tutte le attività che lo compongono, attira turismo che viene appositamente per visitare la via dei presepi, e che poi va a consumare nei bar, pasticcerie, pizzerie e fa acquisti nelle altre attività situate nella zona, senza dimenticare i numerosi alloggi turistici».
L'associazione chiede pertanto «di intervenire immediatamente: abbiamo bisogno di contributi a lungo termine che ci permettano di sostenere almeno i costi fissi».
Queste le proposte: «Contributi a lungo termine in forma di finanziamenti a fondo perduto (non bastano mille euro una tantum); credito d'imposta sul canone degli affitti in cui il credito è da destinare ai proprietari non agli affittuari, molti non hanno soldi da anticipare; sospensione di tasse e contributi; sconti sulla fornitura di energia elettrica; possibilità di accedere al finanziamento dei 25mila euro anche ai cattivi pagatori».
Casillo ricorda che «sono mesi che chiediamo un incontro al governatore della Campania senza essere considerati, abbiamo iniziato a far sentire le nostre voci da maggio, tramite pec, interviste televisive e radiofoniche, proteste pacifiche e manifestazioni ma nulla da fare. Se anche stavolta ci ignorerete - conclude la lettera di Casillo - le conseguenze saranno drastiche e, oltre a rovinare l'unicità di una delle dieci strade più famose al mondo, vi accorgerete prima o poi di aver rovinato numerose attività dei centri storici, le famiglie ad esse connesse e le vite di tanta, tantissima gente».
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