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In cella per rapina: «Rischia di morire»

In cella per rapina: «Rischia di morire»

NAPOLI. Una nuova tegola si abbatte su Raffaele D’Ascia, specialista delle rapine di orologi di lusso originario del Pallonetto di Santa Lucia. Se da un lato il bandito di via Nuova Pizzofalcone è riuscito a scampare alla richiesta di estradizione avanzata nei mesi scorsi dall’autorità giudiziaria greca - i tre colpi per i quali è stato imputato sono avvenuti a Mykonos - dopo la condanna definitiva a sei anni di reclusione, pochi giorni fa i carabinieri della compagnia Napoli Centro hanno bussato alla porta della sua abitazione per prelevarlo e rinchiuderlo a Poggioreale. Un “blitz” per certi versi inatteso, scattato nonostante le precarie condizioni di salute.

BLITZ AL PALLONETTO. Raffaele D’Ascia si trova adesso ristretto nel padiglione ospedaliero della casa circondariale “Giuseppe Salvia” a causa di un quadro clinico non troppo rassicurante. Nonostante la relativamente giovane età - ha compiuto 49 anni all’inizio di agosto - ha già subito un intervento al cuore ed è affetto da obesità (il suo peso è superiore ai duecento chili) e apnee notturne: non a casa percepisce da tempo una pensione di invalidità. Per questo motivo il suo avvocato, la penalista Immacolata Spina, ha già presentato istanza al tribunale di Sorveglianza affinché gli siano concessi almeno gli arresti domiciliari, regime al quale si trovava tra l’altro già ristretto dopo la condanna definitiva a sei anni inflittagli dall’ottava sezione della Corte d’appello di Napoli. Fin qui i carabinieri della compagnia Napoli Centro non hanno però potuto far altro che eseguire le disposizioni della magistratura, prelevandolo la settimana scorsa dalla sua abitazione a Monte di Dio e trasferendolo in carcere. La situazione resta comunque in evoluzione e altri colpi di scena non sono da escludere.

RAPINE DI ROLEX. Il 28 dicembre scorso sono stati i poliziotti della sezione Antirapina della Squadra mobile di Napoli a bussare alla porta dell’appartamento di Santa Lucia in cui si nascondeva “Lello” D’Ascia. Al quale, bloccato e immobilizzato, è stato notificato il mandato d’arresto europeo emesso a suo carico. Era solo in casa e non ha cercato un’impossibile fuga. Secondo l’accusa nel 2016 partecipò alle aggressioni che fruttarono un Richard Mille e un Patek Philippe. Via dalla Spagna, le paranze di rapinatori napoletani si sono da diversi anni trasferite in Grecia. Da Forcella, Quartieri Spagnoli, Santa Lucia e Torretta questa volta non partono più in forze per Ibiza, Formentera e le mete molto di moda da tempo in certi ambienti napoletani. Le vicende che hanno visto alla sbarra Raffaele D’Ascia hanno coinvolto anche altri volti noti della criminalità del centro storico. Il 49enne deve infatti scontare sei anni di reclusione per tre rapine di orologi di valore compiute a Mykonos in Grecia nell’estate 2016 e per quei reati per sono indagati anche Luigi Giuliano di Forcella (nipote omonimo del boss pentito “Lovegino”) e i fratelli Soriente, residenti invece ai Quartieri Spagnoli. Resta adesso però da capire per quanto tempo andrà effettivamente avanti la permanenza in carcere di D’Ascia.

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