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Castellammare di Stabia: «Invisibili e perseguitati», l’Ascom con il bar Di Martino

Castellammare di Stabia: «Invisibili e perseguitati», l’Ascom con il bar Di Martino

Domani, alle ore 18,30, serrande abbassate e flashmob in piazza Giovanni XXIII. Confesercenti porta i negozianti di molti comuni nel centro stabiese

CASTELLAMMARE DI STABIA. “Aprite la piazza Giovanni XXIII e via Sarnelli”. Il mondo degli esercenti sarà domani al fianco dei più danneggiati dalle regole anticontagio, che hanno distrutto l’economia del commercio. Alle ore 18,30, quando scatta in pieno il coprifuco, si sono dati appuntamento i commercianti che si autodefiniscono “Gli invisibili’, per ottenere ristoro e sospensione dei tributi, perché danneggiati dalle chiusure anticipate. A Castellammare di Stabia, i più colpiti dai Decreti della Presidenza del Consiglio sono però i negozianti che hanno subito anche la batosta delle decisioni assunte dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Cimmino. Domani pomeriggio la protesta della Confcommercio di Napoli sarà per questo portata davanti ai portoni del Comune di Castellammare, in piazza Giovanni XXIII, che dallo scorso 7 settembre - insieme con la via Sarnelli - è stata improvvisamente chiusa alla circolazione delle auto, aggiungendo alla piaga del “coprifuoco” (anzi anticipandola) quella della desertificazione, in pieno centro cittadino. Il Bar Di Martino è l’emblema dell’abbandono dei commercianti della zona, dove i clienti ormai sono calati del 60-70%, spingendo i titolari degli esercizi commerciali (salumeria, negozi di articoli di ricambio, di abbigliamento, ambulatorio di veterinario, pasticceria) a formulare progetti di chiusura, essendo ormai ridotti sul lastrico. Sono gli “invisibili più invisibili”. Una settimana fa, il Consiglio comunale riunito ha inserito nella discussione sulla Ztl anche la chiusura alla circolazione veicolare della piazza Giovanni XXIII e di via Sarnelli, ma solo per rinviare il problema e rimettere a tacere tutti. «L’argomento della piazza Municipio ha qualcosa di sospetto» commentano i negozianti della zona che trovano incomprensibile il rinvio e la “non decisione dell’amministrazione cittadina”. Considerando che, in più occasioni, il Bar Di Martino è finito nel mirino della criminalità locale, ma i titolari si sono sempre distinti per avere testimoniato la fiducia nello Stato, ponendosi dalla parte della legalità, si guarda con sgomento che proprio questa attività commerciale sia stata consapevolemente abbandonata al silenzio e alla desertificazione dell’area, che scatta subito dopo le ore 14, esponendo i titolari a vendette e rappresaglie dei malviventi della zona. L’amministrazione cittadina si sta voltando dall’altra parte, rendendosi complice delle attività malavitose del centro antico. Per questo, una lettera dei commercianti è già pronta per essere inviata in Prefettura. Ma il manifesto, che cita Jaques Prèvert, e che comparirà sulle serrande abbassate nella giornata di domani, è eloquente: “Più tardi sarà troppo tardi. La nostra vita è ora”.

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