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Inseguito e ucciso a 19 anni, presi in 2: un terzo si costituisce

Inseguito e ucciso a 19 anni, presi in 2: un terzo si costituisce

CASALNUOVO. Hanno tutti un volto ed un nome gli assassini del diciannovenne Simone Frascogna, ucciso martedì sera sul centralissimo Corso Umberto I, sotto gli occhi atterriti ed increduli di diverse persone che si trovavano per caso a poca distanza dal luogo dell’aggressione. Si tratta di due ragazzi di Casalnuovo, C.B., 22 anni, e F.T minorenne. Il terzo giovane, Domenico Iossa, 18 anni, vistosi oramai braccato dai carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna che gli avevano oramai fatto il vuoto attorno, si è costituto nella prima serata ai carabinieri, probabilmente dopo essersi consultato con il suo avvocato di fiducia.

Da fonti che non trovano alcuna ufficialità, Iossa (per il quale vale comunque la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva passata in giudicato), sarebbe stato colui che ha ferito a morte Simone, pugnalandolo alla spalle con una violenza tale da riuscire a tenere distante chi in qualche modo ha tentato d’intervenire per evitare la tragedia. Non è stato possibile sapere se il giovane si sia costituito portando a seguito l’arma del delitto, un lungo coltello a serramanico. Vicenda conclusa ma comunque carica di ombre. In ogni modo ad arrestare C.B ed il minore F.T (entrambi di Casalnuovo, residenti nel rione Tavernanova) sono stati i carabinieri della tenenza di Casalnuovo di Napoli diretti dal tenente Fernando De Solda, i quali hanno lavorato a stretto contatto di gomito con i colleghi del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna, diretti dal maggiore Antonio Bagarolo.

I due fermati di Casalnuovo sono stati presi nella tarda mattinata di ieri, ma già nella notte precedente si sapevano i loro nomi. Chiaramente e nonostante gli arresti, sull’indagine vi è al momento il massimo riservo investigativo. Sul terzo protagonista (che per quasi 16 ore si era reso irreperibile) si sa che è residente a Pomigliano D’Arco e che è parente di un personaggio ritenuto dagli investigatori il capo del malaffare a Pomigliano D’Arco. Secondo fonti non ufficiali, l’attività svolta freneticamente nel corso della notte dai carabinieri, si è basata sulla visione delle immagini riprese dalle telecamere di sicurezza e sulle dichiarazioni rese nell’immediatezza dei fatti dal diciottenne amico della vittima, condotto nella stessa serata di martedì all’ospedale Cardarelli per essere medicato ad un braccio.

Nella notte i militari visionando le immagini registrate dalle telecamere cittadine, sono riusciti a ricostruire le fasi dell’assassinio. Erano da poco passate le 21,30, quando con l’auto Simone, un ragazzo per bene amante della grafica e di arti marziali (da tempo praticava Taekwondo presso una palestra del luogo), giunge con un amico sul centralissimo corso Umberto I. Lì viene fermato da una Smart, dal quale scendono tre ragazzi, che senza nessuno tipo di problema aggrediscono Simone ed il suo amico che era seduto sul sedile passeggero. Tutto è finito, trovato anche il movente. È quello di una lite per motivi di viabilità.

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