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05 Novembre 2020 - 13:55
La denuncia del dottor Roberto Falbo: «Strategia per non pagare la patologia»
SAN GIORGIO A CREMANO. Il dottor Roberto Falbo torna alla carica, medico di base e del Lavoro, sempre attento ai meccanismi che inceppano la Sanità sul territorio, non esita a mettere sotto i riflettori una sciagurata strategia politica del Governo per “risparmiare” sulla pelle dei malati di Covid. «Da settimane - spiega il dottor Falbo - i medici di base stanno ricevento migliaia di contestazioni e certificazioni riguardanti gli ammalati di Coronavirus, costretti in tal modo ad andare avanti e indietro tra gli uffici dell’Inps e gli ambulatori del proprio medico di famiglia, obbligati a chiedere il protocollo di una struttura pubblica che non esiste».
È al solito la burocrazia a inceppare i meccanismi della sanità?
«Sembra che in questo momento l’Inps abbia ingaggiato una guerra contro i medici di base e i pazienti positivi al Covid».
Cosa succede esattamente?
«Nella cosiddetta “prima ondata” della pandemia, l’Inps ha ricevuto dal Dpcm Conte 136 milioni di euro per coprire, fino al 31 luglio scorso, le cosiddette fasce fragili. Ma, da quella data, non è stata più assicurata dal Governo alcuna copertura contrattuale assicurativa per le fasce fragili. In sostanza, l’Inps copre la malattia acuta. Ma il Covid è una categoria non prevista, non è tra quelle usuali. Per questo erano stati individuati due codici per certificare questo tipo di malati: V07 per i contagiati e V029 per coloro che si trovavano obbligati alla quarantena».
Quindi?
«Ora l’Inps pretende dai noi medici di base un numero di protocollo che però l’Asl non ha mai prodotto. Quindi, non esiste. La richiesta viene posta all’ammalato, costretto ad andare avanti e indietro con la sua contagiosità, tra uffici e ambulatori, per trovare una soluzione che non c’è».
Ma a quale scopo questa pericolosa baraonda che finirà per diffondere ancora di più il virus?
«L’ottica finale è quella di non retribuire la patologia. Noi non sappiamo con chi parlare, perché c’è un fuggi fuggi generale e i burocrati dell’Inps continuano a darci addosso. È il caos».
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