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10 Novembre 2020 - 19:10
La drammatica situazione generata dalla pandemia in atto e la poco rassicurante curva dell'andamento epidemiologico nella nostra Regione, inducono a pensare a nuovi necessari provvedimenti e soprattutto a porre l'attenzione, parlando di sanità e assistenza, sulla questione delle prestazioni in accreditamento e sulla conseguenziale grave difficoltà delle fasce deboli. Ecco perchè, a proposito del grave problema, più che mai sensibile alle problematiche che investono i soggetti meno fortunati e quindi più vulnerabili, è intervenuto il presidente del Forum delle Associazioni Sociosanitarie, il professore Aldo Bova, che ha anche inviato un'accorata lettera indirizzata al Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca. ”Gentile Governatore- ha scritto il professore Bova- la pandemia da Covid19, inattesa e non prevedibile ha creato nel mondo, in Europa, in Italia ed in Campania tanta sofferenza , con tante persone contagiate, tante persone ammalate e, purtroppo, tanti decessi con il coinvolgimento anche di tanti medici ed operatori sanitari deceduti. Venendo , in particolare, alla Campania, la pandemia ha creato e sta continuando a creare tante difficoltà organizzative nel campo della cura della salute e purtroppo nel campo socioeconomico. Vanno segnalate due condizioni importanti :primo, la grave difficoltà dei pazienti affetti da patologie croniche (cardiologiche, pneumologiche, metaboliche, oncologiche ecc. ecc.) per essere curati e secondo, il triste accrescersi del fenomeno della salute diseguale, che vede penalizzati col Covid in modo esponenziale. In questa fase il blocco delle prestazioni in accreditamento genera un ulteriore danno alle famiglie più indigenti, che non possono curarsi presso i centri accreditati, pagando il ticket, né tantomeno in ospedale,dove la maggior parte delle attività routinarie sono sospese. E’ una grave condizione di Ingiustizia Sociale. Alla luce di quanto detto, Sig. Governatore, on. De Luca, Le chiediamo di intervenire ad horas, procurando fondi per assicurare la doverosa assistenza per patologie croniche in convenzione dei centri accreditati o, almeno, predisporre la possibilità di assistenza reale presso le strutture pubbliche. Facendo riferimento speranzoso alla sua sensibilità per i fragili, i deboli, gli indigenti e per la giustizia sociale, restiamo in attesa di un suo riscontro”.
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