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Dalla faida ai palcoscenici: è morto il boss poeta

Dalla faida ai palcoscenici: è morto il boss poeta

NAPOLI. Istrionico e controverso. A tal punto che quando, intorno al 2014, decise di iniziare a collaborare con la giustizia le sue dichiarazioni non furono ritenute del tutto attendibili. Inevitabile per lui l’esclusione dal definitivo programma di protezione. Tommaso Prestieri aveva però alle spalle, oltre a uno smisurato bagaglio criminale, anche una profonda conoscenza artistica, in particolare dell’ambito teatrale e neomelodico. Non è un caso che il suo sia stato uno dei volti più noti degli ultimi trent’anni di Malanapoli. Da tempo cardiopatico e alle prese con un brutto male, l’ex padrino del clan Di Lauro e poi degli Scissioni della fazione capeggiata da “Lello” Amato si è spento ieri all’età di 65 anni.

L’ANNUNCIO SUI SOCIAL. Tommaso Prestieri da tempo non godeva di buona salute. Già qualche anno fa, proprio a causa dei seri problemi cardiaci, aveva lasciato il carcere per finire di scontare la pena agli arresti domiciliari. Una lunga malattia, quella che si è ritrovato a dover affrontare, che ieri mattina l’ha portato a morire lontano dalla sua Scampia: l’ex ras, infatti, ormai da anni viveva in località “protetta” a causa del suo status di (mancato) collaboratore di giustizia. La notizia della sua scomparsa è stata annunciata sui social dalla moglie e cantante neomelodica Rita Siani: «Con la tua bontà - è il triste messaggio dell’artista - hai pagato per tutti in modo crudele, vorrei dirti tante cose ma non basterebbero pagine per riempirle. Ti ho perdonato adesso più che mai. Fai buon viaggio, ti auguro di trovare quella pace che non hai mai avuto». La data e il luogo in cui saranno celebrate le esequie di Prestieri, padre del noto cantante Maldestro, restano per il momento top secret.

FAIDE E PALCHI. L’inarrestabile ascesa criminale di Tommaso Prestieri, figlio del discografico Antonio, parte da lontano, addirittura dall’epoca in cui i Di Lauro altro non erano che i sottoposti del boss secondiglianese Aniello La Monica. Il primo a seguire la “girata” di “Ciruzzo ’o milionario” fu proprio Raffaele Prestieri, fratello di Tommaso e Maurizio, quest’ultimo in seguito pentitosi. Dopo il primo arresto per droga, torna a piede libero dopo qualche tempo e alla fine degli anni Ottanta decide di seguire le orme del fratello Raffaele. Di lì a breve scoppia la tremenda faida contro il clan Ruocco e l’emergente Tommaso si vede assassinare i fratelli Raffaele e Rosario. Quella che ne scaturisce è un’atroce scia di sangue e vendette, culminata con il sequestro-omicidio del traditore Alfredo Negri. Quest’ultimo delitto è il primo a cui avrebbe preso parte anche Tommaso Prestieri. In seguito il ras viene però anche accusato di essere il mandante dell’assassinio dell’agente penitenziario Michele Gaglione: un raid finalizzato, secondo la ricostruzione degli inquirenti, a intimidire lo Stato affinché alleggerisca il regime del 41bis. Nel frattempo Tommaso Prestieri non smette però mai di coltivare le proprie ambizioni artistiche: soprattutto in seguito al passaggio nel clan degli Scissionisti è infatti lui a gestire il business dei neomelodici a Secondigliano e Scampia. Ma il ras amava anche la poesia e il teatro. Ed è proprio al Teatro Bellini che nel 1998 subì, durante un’esibizione di cantanti neomelodici, il suo arresto più clamoroso.

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