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14 Novembre 2020 - 12:49
NAPOLI. Una nuova tegola si abbatte sull’inchiesta che a gennaio scorso aveva portato agli arresti domiciliari il noto ortopedico napoletano Paolo Iannelli, accusato di concorso in bancarotta fraudolenta, concussione e riciclaggio. La Corte di Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso della Procura contro il precedente annullamento disposto dal Riesame. Determinante in quest’ottica si è rivelata la strategia difensiva intavolata dall’avvocato Maurizio Lojacono, il quale aveva già sostenuto e dimostrato innanzi ai giudici delle Libertà l’inutilizzabilità degli atti d’indagine. La vicenda giudiziaria che vede protagonista Paolo Iannelli parte da lontano, addirittura dal 2016. In quella circostanza l’ortopedico finì a Poggioreale, salvo essere scarcerato dopo poche settimane. Quel processo, pur avendo perso già diversi pilastri, è ancora pendente in appello e finora Iannelli ha rimediato una condanna a un anno di reclusione. Le grane però, per il camice bianco non erano ancora finite.
A gennaio scorso infatti il professionista è stato destinatario di una nuova ordinanza di custodia cautelare, ma ai domiciliari a differenza della prima, per bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento della clinica “Villa del sole”, riciclaggio e concussione. L’inchiesta si rivelò una vera e propria stangata per l’indagato, che però ha cominciato a incrinarsi già in sede di Riesame a febbraio, tant’è che Paolo Iannelli è tornato rapidamente in libertà, ottenendo inoltre di nuovo la piena disponibilità dei propri beni. Sul punto si sono rivelate vincenti le argomentazioni portate in aula dal difensore del medico, l’avvocato Lojacono, il quale ha dimostrato l’inutilizzabilità degli atti d’indagine: intercettazioni e accertamenti sia bancari che patrimoniali) raccolti dagli inquirenti, in quanto non debitamente autorizzati. Sotto la lente della difesa era finita inoltre la mancata richiesta al gip della proroga delle indagini preliminari.
Ma la battaglia tra accusa e difesa è continuata e il pubblico ministero è andato avanti appellandosi alla Cassazione. I giudici della suprema corte, accogliendo il vizio di forma rappresentato dalla difesa, hanno però dichiarato inammissibile il ricorso, rendendo di fatto definitivi i precedenti provvedimenti del tribunale del Riesame. Paolo Iannelli, figlio di quell'Eugenio Iannelli che fu un caposcuola della ortopedia italiana e a cui è stata intitolata una strada del quartiere Vomero, secondo l’accusa avrebbe usato una società a lui riconducibile, per svuotare i conti correnti della casa di cura Casa del Sole con false fatturazioni e portarla fino al fallimento. Le indagini partirono dopo il fallimento della società Casa del Sole, proprietaria della clinica Villa del Sole, sono state svolte dalle fiamme gialle del Gruppo Tutela Mercato Capitali del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Napoli. La società era amministrata da Iannelli, che ne deteneva quote personalmente o attraverso persone di fiducia e che lavorava come primario sia nella casa di cura sia nell'ospedale Cardarelli.
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