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14 Novembre 2020 - 12:56
Sono 108 i pazienti positivi al COVID19 che, su richiesta del proprio medico di famiglia, da lunedì ad oggi hanno ricevuto al proprio domicilio bombole e concentratori di ossigeno. La procedura adottata dall’Azienda Sanitaria risponde a un’esigenza assistenziale che, se non venisse gestita, causerebbe un ulteriore affollamento dei reparti ospedalieri. L’ASL è in grado di garantire a circa 400 pazienti COVID, contemporaneamente, tale servizio. Questa tipologia di pazienti in molti casi necessita di un supporto di ossigeno per un periodo di 7/10 giorni, successivamente le bombole e i concentratori saranno a disposizione di altri pazienti. Tale procedura – messa a punto dal Dipartimento Farmaceutico guidato da Mariano Fusco – si realizza ai costi e alle condizioni che l’ASL aveva già concordato con il proprio fornitore selezionato mediante gara Soresa.
«Ogni anno il picco dell’influenza stagionale determina una pressione sui Pronto Soccorso e un superlavoro dei reparti ospedalieri. Con la pandemia questo fenomeno si è molto amplificato, creando situazioni limite di cui si sta facendo carico con grande professionalità e sacrificio il nostro personale sanitario. - spiega Antonio d’Amore, Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord - Per alleggerire questa pressione abbiamo implementato un modello di assistenza a domicilio mediante: distribuzione di apparecchiature per l’ossigeno, monitoraggio telefonico dei pazienti, visite a domicilio e avvio di equipe specialistiche attrezzate per eseguire ecografie polmonari. È un lavoro estremamente complesso – partito già molti mesi fa - che ha richiesto l’organizzazione della gestione della domanda, la predisposizione di auto speciali, il reclutamento del personale e la formazione dei giovani medici coinvolti, l’organizzazione della logistica».
Le attività domiciliari delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) Nell’ASL Napoli 2 Nord è stata attivata una piattaforma informatica che permette al Medico di Famiglia di chiedere al domicilio del paziente l’effettuazione di una visita o di un tampone. Tutte le richieste vengono valutate dal Medico di Centrale che contatta al domicilio i pazienti e ne valuta i bisogni. Se necessario, la richiesta viene smistata alle equipe mediche presenti sui 13 Distretti Sanitari. Questo modello organizzativo ha preso il via lo scorso 7 novembre, facendo registrare 320 domande da parte dei medici di famiglia; 112 tra queste sono state già effettuate.
«In molti casi i pazienti domiciliari sono persone anziane o malati oncologici, già gravati da un quadro clinico complesso. - commenta Fabio Guardascione medico di 35 anni, in servizio presso l’USCA - Ai problemi di salute poi si associano quelli sociali determinati dalla solitudine e da difficoltà di comunicazione telefonica. Per questa tipologia di pazienti l’intervento a domicilio è spesso l’unica possibilità di attuare un monitoraggio, data l’impossibilità di comunicare efficacemente via telefono. Attualmente sul territorio dell’ASL Napoli 2 Nord sono 14463 i pazienti positivi al COVID19, di cui solo 117 (pari allo 0.87%) sono ricoverati nei reparti ospedalieri".
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