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02 Dicembre 2020 - 14:58
Nuovo ricorso al Tar del Lazio «per motivi aggiuntivi» dell'ex pm della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, Cesare Sirignano, ora alla procura di Napoli Nord, contro la decisione del Consiglio superiore della magistratura di trasferirlo d'ufficio per incompatibilità ambientale, dopo che il suo nome era apparso nelle intercettazioni del caso Palamara. Il Csm, ritenendo «infondato» anche questo ricorso, si costituisce in giudizio.
Il plenum ha infatti approvato a maggioranza, con due astensioni, una delibera che dà mandato all'Avvocatura dello Stato di resistere al ricorso e chiederne il rigetto. Il nuovo ricorso, con cui Sirignano chiede l'annullamento di una delibera del 13 luglio, con la quale è stato effettivamente disposto il suo trasferimento alla procura di Napoli Nord, già deciso a maggio, «è infondato analogamente al ricorso principale contro la delibera del 21 maggio» e dunque «sussistono ragioni più che valide perché il Consiglio superiore vi resista chiedendone il rigetto».
Nel suo ricorso Sirignano sostiene l'illegittimità della delibera perché «avrebbe dovuto considerare la proposizione del ricorso» contro quella precedente» e «disporre un'istruttoria». Sarebbe poi stato necessario a suo giudizio «sospendere il procedimento di trasferimento nelle more della definizione di quello disciplinare» e «tenere conto della incompatibilità del dottor Di Matteo» che, in quanto suo collega alla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo e oggetto di suoi commenti negativi nei colloqui con Palamara, «avrebbe dovuto astenersi» dal voto.
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