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Pianura, scoppia la faida: due agguati in 24 ore

Pianura, scoppia la faida: due agguati in 24 ore

NAPOLI. Le pistole della mala pianurese tornano a infiammare le notti di Napoli Ovest. Vittima di un agguato dai contorni ancora misteriosi il pregiudicato 29enne Antonio Carillo, centrato da un colpo di pistola alla gamba sinistra nel corso, a suo dire, di un tentativo di rapina subito intorno alle venti di sabato in via Cannavino. L’uomo, oltre a essere una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine - nel 2013 è rimasto coinvolto in un’indagine anticamorra - è anche il nipote dell’ex capoclan Pasquale Pesce “’e Bianchina”. Medicato all’ospedale San Paolo, Carillo se l’è cavata con una prognosi di pochi giorni e le immediate dimissioni. Il caso è però tutt’altro che chiuso e, soprattutto, isolato: neppure 24 ore dopo, poco dopo le 19 di ieri, il 25enne Lorenzo Rossetti è stato ferito a colpi di pistola, sempre in via Cannavino.

RAID MISTERIOSO. La vicenda è ora al vaglio dei detective della polizia di Stato che, raccolta una prima deposizione della vittima nell’immediatezza dei fatti, sembrano avere più di qualche dubbio in merito al racconto fornito. Antonio Carillo ha infatti sostenuto che mentre si trovava alla guida di uno scooter di proprietà di un amico è stato affiancato da due uomini in moto che, sotto la minaccia di una pistola, gli hanno intimato di consegnare immediata mente il mezzo. Non appena la vittima designata ha accennato un tentativo di reazione ecco che è scattata la sparatoria. Il passeggero avrebbe infatti esploso almeno un colpo verso il basso, centrando il 29enne alla gamba sinistra. A quel punto il commando si sarebbe dileguato, mentre Carillo, pur sanguinante, avrebbe raggiunto autonomamente il pronto soccorso di via Terracina per ricevere le cure del caso. “Piccolo” dettaglio: la polizia, precipitatasi in via Cannavino per eseguire i rilievi tecnici di routine, non ha individuato né tracce ematiche né bossoli. L’ipotesi al vaglio è che il 29enne potrebbe dunque non aver raccontato tutta la verità.

VENTI DI GUERRA. Ad ogni modo Carillo, al netto della relativamente giovane età, non è di certo uno di “primo pelo”. Oltre ad avere diverse parentele in ambienti camorristici (il padre sta scontando condanne pesantissime, lo zio è l’ex ras Pasquale Pesce), il 29enne avrebbe anche alcuni non trascurabili contatti con il gruppo capeggiato dal ras del rione Traiano, Maurizio Legnante “’o talebano”, molto “attivo” anche e Pianura e attualmente impelagato in una guerra senza quartiere con i rivali del gruppo Calone. Alla base dello scontro, neanche a dirlo, ci sarebbe il controllo delle estorsioni imposte alle basi di spaccio della zona, motivo per il quale gli investigatori non escludono che lo stesso Carillo possa essere rimasto ferito nell’ambito di un regolamento di conti scaturito da motivi di droga. Il secondo ferito, il giovane Lorenzo Rossetti, sarebbe a sua volta molto vicino ad Antonio Carillo. Ferito a colpi d’arma da fuoco, si trova ricoverato all’ospedale San Paolo in condizioni critiche.

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