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25 Giugno 2016 - 19:08
La Cassazione ha cancellato la condanna a 25 anni nei confornti dell'amico della vittima.
NAPOLI. Nella tarda serata di ieri è arrivato il verdetto: annullata la sentenza a 25 anni e 6 mesi di reclusione per Furlan Fabio, accusato dell’omicidio dell’amico Cristoforo Oliva e di averne, poi, occultato il cadavere. Cristoforo Oliva, detto Cristofer, scompare da Napoli nel nulla la sera del 17 novembre del 2009. A dire dei suoi familiari, Cristofer uscì di casa per recarsi ad un appuntamento con un suo amico, Fabio Furlan. Da allora più nessuna sua notizia.
Della scomparsa di Cristoforo Oliva si interessò anche la trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, presso la cui segreteria telefonica giunse anche la segnalazione di un avvistamento dello scomparso ripreso dalle telecamere della videosorveglianza all’interno della metropolitana di Napoli. Intanto, gli inquirenti iniziarono a stringere il cerchio intorno ai suoi amici più stretti; così arrestarono un minore e Fabio Furlan, protagonisti di equivoche chat su facebook. La posizione del minore venne poi archiviata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Napoli, mentre per Fabio Furlan inizia il pesante processo. All’esito della lunga istruttoria dibattimentale, la terza sezione della Corte di Assise di Napoli lo condannò a 30 anni di reclusione. Anche nel secondo grado di giudizio, nonostante l’impegno profuso dalla difesa, venne condiviso l’impianto accusatorio e confermata la penale responsabilità di Fabio Furlan. La pena venne solo ridotta dalla Corte di Assise di Appello di Napoli – terza sezione - e passò ad anni 25 anni e 6 mesi di reclusione.
Durante i primi due gradi di giudizio c’è stato un valzer di difensori, avendo Fabio Furlan nominato e revocato vari difensori, tra cui il noto avvocato Giulia Buongiorno. Nell’ultimo e definitivo grado di giudizio, quando è in palio la vita ed il futuro del giovane ventiseienne, confermando la nomina all’avvocato Saverio Senese, Fabio Furlan ha deciso di rafforzare la sua difesa nominando l’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli, il quale ha offerto alla Suprema Corte nuovi ed interessanti spunti di natura giuridica mediante il deposito di un apposito ricorso, oltre a depositare una valanga di documenti per consentire ai giudici di legittimità di verificare la fondatezza della linea difensiva, anche finalizzati alla necessarietà della acquisizione di nuove prove .
In particolare, l’avvocato Vannetiello ha evidenziato che, in una vicenda così delicata, afferente ad un omicidio senza ritrovamento del cadavere, avrebbe dovuto essere acquisito agli atti del processo un video ottenuto grazie all’impianto esistente presso la metropolitana di Napoli per verificare se effettivamente il soggetto ripreso circa venti giorni il presunto omicidio fosse o meno lo scomparso Cristofer Oliva.
Parimenti la difesa ha evidenziato la illegittimità del diniego della Corte di Assise di Appello alla richiesta di esaminare in appello D.L.A., una persona che aveva dichiarato di poter offrire un contributo per chiarire alcuni aspetti della torbida vicenda.
Infatti, successivamente alla sentenza di condanna di primo grado, un amico sia dell’imputato Furlan che dello scomparso Oliva, appresa la notizia della condanna del Furlan inviò una straziante lettera all’amico detenuto, dichiarandosi disponibile a farsi sentire dai giudici per far venir fuori la verità. Nel tardo pomeriggio di venerdì la lunga arringa dei difensori che ha impegnato per oltre due ore la prima sezione penale della Corte di Cassazione. Le questioni giuridiche trattate hanno impegnato la Corte in una altrettanto lunga camera di consiglio. Cosi, nella tarda serata di venerdì la Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna per il delitto di omicidio e di occultamento di cadavere , disponendo il rinvio ad altra sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli, la quale dovrà nuovamente valutare il carteggio processuale luce dei principi che la Cassazione indicherà onde stabilire se può ritenersi provata la responsabilità di Fabio Furlan .
Adesso, non rimane che attendere il deposito della motivazione della sentenza della cassazione per conoscere compiutamente le ragioni che hanno indotto i giudici di legittimità ad annullare la pesante condanna nell’ambito di una vicenda intricata, sul cui sfondo compaiono contrasti per un furto di marjuana, oltre una ragazza contesa. Comunque, da ieri, grazie al sapiente lavoro difensivo, Fabio Furlan, riprende ad avere speranza per poter tornare in libertà. E così anche per questo annullamento in Cassazione si evidenzia ancora una volta l’efficace lavoro svolto dell’avvocato Dario Vannetiello, come avvenuto per i noti annullamenti ottenuti per Pietro Licciardi e Giovanni Panico che hanno evitato l'ergastolo proprio in Cassazione.
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