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Doppio agguato a Pianura, attacco esterno

Doppio agguato a Pianura, attacco esterno

Notti di sangue in via Cannavino, dietro il ferimento di Carillo e Rossetti la firma di un gruppo non pianurese

NAPOLI. Un unico filo rosso sangue collega i due ferimenti del fine settimana a Pianura. Ma non è chiaro se sotto attacco ci sono i Legnante e non c’è ancora certezza su chi abbia sferrato l’offensiva. L’ipotesi di una ripresa della guerra con i Calone non convince troppo gli investigatori più esperti, che non escludono almeno per il momento neppure la pista di un’incursione armata partita da un quartiere confinante. Di certo le vittime degli agguati non sono giovani qualunque, anche se non hanno mai avuto a carico indagini per camorra: Antonio Carillo, nipote dei Pesce, è anche imparentato con il ras soprannominato “’o talebano”; Lorenzo junior Rossetti, vicino a Carillo, è il nipote del boss detenuto Giuseppe Marfella. Ecco perché tra gli investigatori, che già monitorano la zona come ad alto rischio criminale, è scattato l’allarme rosso.

INDAGINE AL VIA. Proprio il profilo dei due feriti in queste ore viene vagliato attentamente dai poliziotti che conducono le indagini (Squadra mobile della questura e commissariato Pianura), che si soffermano pure su un’altra circostanza: i sicari sono entrati in azione nella stessa strada, ben sapendo evidentemente di trovare da quelle parti i bersagli. Non solo: i raid sono scattati a distanza di 24 ore, a dimostrazione di un’esibizione di muscoli camorristici non da poco. Unica differenza che emerge valutando le dinamiche degli agguati: a Carillo è stato sparato a una gamba, a Rossetti al torace in un’escalation di violenza. Sabato sera a fare fuoco contro Antonio Carillo è stato il passeggero di uno scooter avvicinatosi alla vittima, anch’egli in sella a un motorino, a scopo di rapina. Alla reazione sarebbe scattata la vendetta ed è partito il colpo di pistola alla gamba sinistra che ha centrato il 29enne di Pianura. Un proiettile che non ha provocato grossi danni per fortuna e così il giovane, soccorso e trasportato all’ospedale San Paolo, se l’è cavata con una prognosi di pochi giorni e le dimissioni qualche ora più tardi.

NOTTE DI SANGUE. Dinamica simile, ma con una conclusione diversa, per il ferimento di Lorenzo junior Rossetti. Il 24enne, anch’egli del quartiere e solo con una denuncia a carico per un reato minore, ha raccontato che si trovava in via Cannavino quando sono comparsi i malviventi, uno dei quali armato. Contro di lui è partito un colpo di pistola che lo ha centrato alla parte laterale destra del torace. Anch’egli è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo, dove però i medici hanno dovuto lavorare molto di più: infatti lo hanno sottoposto immediatamente a un intervento chirurgico per estrarre la pallottola. La prognosi resta per il momento riservata ma il giovane non è in pericolo di vita. In via Cannavino non sono state trovate immagini di telecamere utili alle indagini, che quindi partono in salita. Ma l’importante è stabilire se i due agguati rappresentano la ripresa della guerra tra i Legnante o Calone oppure, più probabile per gli investigatori, il prosieguo armato di contrasti tra singoli per la gestione di piccoli traffici illeciti di sostanze stupefacenti.

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