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Amore criminale, guai per l’ex ras dei Frizziero

Amore criminale, guai per l’ex ras dei Frizziero

Dopo mesi di silenzio si ritorna a scrivere dei Frizziero, gruppo di malavita della Torretta con base in Santa Maria della Neve e protagonista in passato di fasi di guerra alternate ad altre di tregua e pace con i rivali del gruppo Piccirillo. A uno dei componenti della famiglia, uscito però fuori da tempo dai contesti malavitosi, la polizia ha notificato un provvedimento di divieto di avvicinamento a una donna. Sono stati gli investigatori del commissariato San Ferdinando a recarsi a casa di Fausto Frizziero a consegnargli l’atto, la cui inosservanza produce conseguenze pesanti sia in termini di procedimento penale che di sanzione pecuniaria. Comunque, la notifica è avvenuta nella massima tranquillità.

NUOVA TEGOLA. Fausto Frizziero è congiunto di Alvino, Francesco e Mariano, saliti più volte negli anni alla ribalta della cronaca, dal 2000 in poi. Ma il 18 aprile del 2005 il clan della Torretta subì il primo colpo importante da inquirenti, investigatori e magistrati giudicanti. Una micro-spia e una telecamera mignon abilmente piazzate nel luogo di abituale ritrovo fu la mossa vincente della polizia per incastrare i malavitosi e trovare i riscontri alle dichiarazioni dei pentiti: un plusvalore da aggiungere alle ammissioni dei commercianti sotto pressione, vittime di richieste di tangenti tra i 25 e i 35mila euro. Così, scattarono ben 15 provvedimenti di fermo emessi dalla procura antimafia contro la camorra della Torretta, Chiaia e Mergellina, alleatasi con i Di Biasi dei Quartieri Spagnoli e i Mazzarella di San Giovanni a Teduccio e Poggioreale. L’inchiesta sul clan Frizziero durava da almeno un anno e mezzo e si condensò nei fermi emessi dal pubblico ministero Marino ed eseguiti dai poliziotti del commissariato San Ferdinando (allora agli ordini del dirigente Emilio Ruocco, con il funzionario Sandro Carrillo e gli ispettori Sirignano, Giardiello ed Esposito) e della squadra mobile della questura (con il dirigente Vittorio Pisani e il vice questore Pietro Morelli). Un pool di investigatori che erano riusciti a conquistare la fiducia dei cinque commercianti sotto pressione estorsiva: i titolari di un noto negozio di abbigliamento, di un ristorante, di una pescheria e persino di due ambulanti che vendono fuochi d’artificio nelle festività natalizie. Circostanza che aiutò a far luce su un giro di estorsioni ad alto livello economico, compresa quella di un costruttore edile che stava operando sul corso Vittorio Emanuele.

EQUILIBRI IN BILICO. Molta acqua è passata da allora sotto i ponti e gli arresti hanno colpito tutti i clan, anche quelli entrati nel tempo in rotta di collisione con i Frizziero. Importante, per gli equilibri nel quartiere, è stata la perdita della libertà da parte del ras Rosario Piccirillo “’o biondo”, il cui gruppo però ultimamente secondo gli investigatori avrebbe riconquistato il terreno perduto. Corsi e ricorsi storici che si possono osservare in molti, se non quasi tutti, quartieri napoletani. E la Torretta non ha fatto mai eccezione negli alti e bassi tra guerra e pace.

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