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Campo rom zona rossa, giallo sulla morte di una 32enne

Campo rom zona rossa, giallo sulla morte di una 32enne

NAPOLI. C’è rabbia all’interno del campo rom di Secondigliano, dichiarata zona rossa sino a domani per la positività al Covid di 95 abitanti, per la morte della 32enne, avvenuta il 9 dicembre. Su quanto accaduto c’è un giallo. Gli abitanti e i parenti della giovane di origine serba, che alla fine di novembre ha dato alla luce in una clinica della provincia di Napoli una bambina nata prematura di 8 mesi, parlano di un presunto divieto di uscita alla donna, nonostante accusasse forti dolori alla pancia, da parte delle forze dell’ordine in presidio all’area della Circumvallazione Esterna.

Secondo quanto emerso nelle scorse ore, i parenti avrebbero voluto portare in auto la donna in ospedale ricevendo però un rifiuto da parte delle autorità di pubblica sicurezza presenti. Soltanto dopo uno svenimento, la donna sarebbe stata soccorsa da un’ambulanza e trasferita all’ospedale Cardarelli. Un trasporto però inutile visto il tragico epilogo. La famiglia della 32enne serba ha sporto denuncia ai carabinieri e nel frattempo ha maturato l’idea di prendere in affidamento la neonata, che si trova ancora nell’incubatrice. La vittima, stando a quanto risulta al Roma, era nell’elenco degli abitanti del campo rom di Secondigliano positivi al Coronavirus e per questo seguita dagli operatori Usca dell’Asl Napoli 1. Alla tragedia della morte della donna si aggiungono ulteriori polemiche politiche sulla gestione della zona rossa che dovrebbe scadere domani.

Prima il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola attraverso una nota e poi lo stesso presidente Vincenzo De Luca, nel corso della consueta diretta Facebook di venerdì hanno messo sott’accusa il Comune di Napoli per sue presunte mancanze rispetto alla garanzia delle condizioni igienico-sanitarie del campo rom. «La Regione è pienamente impegnata anche in attività di supplenza, vista l’assenza di altri Enti. Ma tale assenza è davvero intollerabile», le parole di Bonavitacola che ha aveva invitato «il Comune di Napoli a garantire almeno i propri doveri elementari, unitamente alla propria partecipata Asìa, per contribuire a gestire in modo ordinato e civile la situazione che si è venuta a determinare».

A queste accuse, rispondono con un comunicato congiunto l’assessore comunale al Welfare Monica Buonanno, e quelli all’Ambiente, Raffaele Del Giudice; alla Protezione Civile, Rosaria Galiero, alla Salute, Francesca Menna; e alla Sicurezza e Polizia municipale, Alessandra Clemente. «Abbiamo immediatamente fornito con la consegna di 200 pacchi alimentari, generi di prima necessità, prodotti per l’igiene, monitorato il campo e supportato le forze dell’ordine nella gestione del campo. I nostri operatori sono stati aggrediti e oggetto di vessazioni verbali». Gli assessori aggiungono: «Sono stati sostituiti i cassonetti, effettuate due bonifiche e stiamo provvedendo alla raccolta quotidiana dei rifiuti e all’avvio dell’ennesima procedura di derattizzazione». Poi la chiosa: «Il Comune si è sempre mosso in modo silenzioso ma efficiente».

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